Editoriale

NO all’irresponsabile iniziativa sulla responsabilità delle imprese!

Il prossimo 29 novembre saremo chiamati a votare sull’iniziativa «Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente». Pur apparendo a prima vista ragionevole, questo progetto è in realtà estremamente pericoloso. L’accettazione di questa iniziativa non aiuterebbe assolutamente le popolazioni povere del mondo, in compenso nuocerebbe moltissimo alle imprese svizzere – e ciò nel bel mezzo della più grave crisi economica subita dal nostro paese da 50 anni a questa parte.

Marco Chiesa
Marco Chiesa
Presidente Ruvigliana (TI)
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Lanciata da organizzazioni di sinistra che pretendono di difendere I diritti dell’uomo e l’ambiente, l’iniziativa «Per imprese responsabili» esige dalle società industriali svizzere che rispettino anche all’estero i diritti dell’uomo e gli standard ambientali. Ciò che in teoria apparirebbe ragionevole è, nella pratica, estremamente nocivo. Infatti, secondo il testo dell’iniziativa, ogni impresa svizzera e i suoi fornitori esteri dovrebbero assumersi la responsabilità di presunte inadempienze commesse nel mondo intero. Dei tribunali svizzeri sarebbero incaricati di esaminare e punire questi atti. In altre parole, gli autori dell’iniziativa esigono, in flagrante violazione della sovranità di altri Stati, che la Svizzera giochi a fare il gendarme del mondo e imponga il suo regime giuridico a livello internazionale.

Gli autori dell’iniziativa insinuano che la Svizzera tragga profitto da affari disonesti, in particolare nel Terzo mondo. Essi gettano il sospetto su tutte le imprese svizzere che hanno attività internazionali. Esiste senza dubbio qualche pecora nera che sfrutta la miseria di certe popolazioni e distrugge l’ambiente. Si tratta tuttavia di una piccola minoranza. Già oggi, le imprese svizzere sono severamente regolamentate e soggette a uno stretto controllo statale. Inoltre, le società con attività internazionali subiscono il controllo dei paesi nei quali agiscono.

Invece di porre le pecore nere di fronte alle loro responsabilità, come sarebbe giusto, questa iniziativa obbliga tutte le imprese a dimostrare la loro innocenza. Tutte le imprese elvetiche attive a livello internazionale dovrebbero provare che né loro né i loro fornitori all’estero violano i diritti umanitari e gli standard ambientali. Questa esigenza è quasi impossibile da soddisfare nella pratica, a causa della complessità delle catene di fornitori. Essa provoca dei gravi oneri amministrativi e dei costi esorbitanti, per cui minaccia in fin dei conti i posti di lavoro. E ciò, in un momento in cui la pandemia di Covid-19 rischia di mettere in disoccupazione delle centinaia di migliaia di persone.

L’iniziativa «Per imprese responsabili» è irresponsabile, perché comporterebbe una valanga di procedure giudiziarie contro delle imprese svizzere, ignorando un punto essenziale del nostro sistema giuridico, ossia la presunzione d’innocenza. Infatti, questo progetto inverte l’onere della prova, per cui un’impresa incriminata deve dimostrare di essere innocente.

Questa iniziativa poggia su delle illusioni e suscita false speranze. I suoi autori irresponsabili minacciano dei posti di lavoro non solo in Svizzera, ma anche nei paesi esteri che pretendono di aiutare. Ci si può infatti aspettare che, in caso di successo di questa iniziativa, delle società svizzere si ritirino dai paesi in via di sviluppo, provocando improvvisamente delle perdite di posti di lavoro e la progressione della povertà.

Vi invito perciò vivamente a dire NO, il 29 novembre prossimo, a questa discriminazione delle imprese svizzere e alla pretesa di qualche benpensante sinistroide che vuole imporre al mondo intero i princìpi del nostro standard giuridico.

Marco Chiesa
Marco Chiesa
Presidente Ruvigliana (TI)
 
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