Entrare nel Consiglio di sicurezza dell’ONU: i politici assettati di prestigio stanno mettendo a rischio la neutralità e la sicurezza della Svizzera

I toni della politica mondiale si sono intensificati. Come dimostra il conflitto Russia-Ucraina, il pericolo di guerra in Europa è reale. Una ragione in più per la Svizzera per mantenere la sua comprovata neutralità e investire nella sicurezza. Con la sua domanda di adesione al Consiglio di sicurezza dell’ONU, il Consiglio federale sta facendo l’esatto contrario. L’ufficio del Consiglio Nazionale sta impedendo un legittimo dibattito democratico prima che questa svolta irreversibile di politica estera abbia luogo. Ciò è uno scandalo!

Marco Chiesa
Marco Chiesa
Presidente Ruvigliana (TI)
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Stimati rappresentanti dei media,

A nome dell’UDC Svizzera, vorrei darvi il benvenuto alla nostra conferenza stampa sulla politica di sicurezza.

La Svizzera è entrata nell’ONU 20 anni fa. Ora il Consiglio Federale vuole ancora di più: vuole entrare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Per 11 anni, il Dipartimento federale degli Affari Esteri ha lavorato a New York per raggiungere questo obiettivo. E per più di 11 anni, l’UDC ha messo in guardia il Consiglio federale contro quella che sarebbe una decisione dalle pesanti conseguenze. Già nel 2010, il nostro gruppo parlamentare ha chiesto in una mozione che il nostro Paese si astenesse dall’aderire a suddetto organo pretendendo che il Consiglio federale sottoponesse al Popolo un’eventuale adesione futura.

Purtroppo, il Consiglio federale, in questo ambito, non è tenuto a consultare il Popolo svizzero. Ha ampi poteri in politica estera. E sono certo che il Consiglio federale è segretamente felice di non dover chiedere il permesso ai cittadini svizzeri. Sappiamo tutti quale sarebbe il verdetto delle svizzere e degli svizzeri, direbbero forte e chiaro NO all’adesione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Il conflitto in Ucraina si è intensificato. L’Europa è minacciata dalla guerra. Gli Stati Uniti e la Cina si contendono la supremazia economica, politica e militare. In Asia, la situazione tra Cina e Taiwan sta entrando in una fase incandescente. L’Europa sta litigando su come affrontare l’afflusso di massa di migranti economici. Abbiamo il terrorismo islamico, che ha dichiarato guerra alla nostra cultura, ai nostri valori. In molte regioni del mondo, stanno ribollendo conflitti che potrebbero trasformarsi in guerre. Il mondo è tutt’altro che pacifico.

Non lo è mai stato. La Svizzera è neutrale da più di 200 anni e da più di 200 anni siamo stati risparmiati dai grandi conflitti armati.  Essendo un piccolo paese, si tiene fuori dalle battaglie delle grandi potenze. In cambio, offre i suoi buoni uffici. Quando il presidente americano Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati recentemente a Ginevra, il presidente Guy Parmelin li ha salutati orgogliosamente con “Genève, ville de paix”.

La Svizzera può fare molto di più per la pace offrendo i suoi buoni uffici che con un seggio nel Consiglio di Sicurezza, un organo che decide sulla guerra e sulla pace. Come membro del Consiglio di Sicurezza, sarebbe inevitabilmente parte dei conflitti – con conseguenze pericolose per la nostra sicurezza. Non ci sono decisioni senza valore o imparziali in politica. Soprattutto non nella politica mondiale.

Con la sua candidatura al Consiglio di sicurezza, il Consiglio federale sta deliberatamente distruggendo una delle pietre miliari della Svizzera.  La sicurezza della nostra popolazione dev’essere sacrificata sull’altare delle esigenze di prestigio di una piccola élite politica.  L’UDC non accetta che una decisione così importante sia presa senza un dibattito politico nel nostro Paese.

Siamo indignati che l’ufficio del Consiglio Nazionale voglia sopprimere questo problema. Invece di una discussione aperta, l’ufficio ha programmato un breve dibattito di mezz’ora. Mezz’ora di dibattito per la più importante svolta politica in materia di affari esteri per la Svizzera! Questo è uno scandalo. Il Parlamento non sta adempiendo alle sue responsabilità. Mezz’ora per una decisione di politica estera paragonabile all’adesione all’UE.

Non abbiamo imparato niente dalla pandemia? Non abbiamo visto tutti, che ogni Paese pensa solo a se stesso, quando la situazione diventa pericolosa? Non abbiamo visto come l’umore nel paese si deteriora quando il Consiglio federale prende decisioni solitarie? E ora il Consiglio federale vuole entrare nel Consiglio di sicurezza dell’ONU senza chiedere il parere al Sovrano? È chiaro a tutti che qui qualcuno ha la coscienza sporca. Come bambini piccoli, il Parlamento e il Consiglio federale vogliono coprirsi le orecchie per non dover ascoltare alcun dibattito critico.

La UDC non è disposta ad assecondare questo agire disonesto e subdolo degli altri partiti.

L’SVP Svizzera esige che:

  • la sicurezza del Paese abbia la massima priorità per il Consiglio federale.
  • il Consiglio federale rinunci al suo seggio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU
  • la Svizzera sostenga senza compromessi il principio della neutralità armata perpetua e l’offerta di buoni uffici sul piano internazionale.

Cari rappresentanti dei media, siamo di fronte a un cambio irreversibile di rotta in politica estera. Non possiamo permettere che alcuni politici e diplomatici assetati di prestigio sacrifichino la sicurezza e la comprovata neutralità del nostro Paese solo perché vogliono giocare un ruolo nella politica mondiale a New York. Non è accettabile che il Popolo svizzero non venga nemmeno consultato prima di prendere questa decisione, che avrà effetti sulla sua sicurezza.

Marco Chiesa
Marco Chiesa
Presidente Ruvigliana (TI)
 
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