Discorso

Il “Caso particolare Svizzera”: l’importanza della democrazia diretta

La democrazia diretta è la chiave del successo della Svizzera, la chiave della libertà e della sicurezza. Ma questa chiave non funziona che in una Svizzera indipendente. E la nostra indipendenza è, una volta di più, in pericolo.

Adrian Amstutz
Adrian Amstutz
Consigliere nazionale Sigriswil (BE)
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Constaterete che parecchie delle mie riflessioni sono già state fatte dal nostro consigliere federale Ueli Maurer e che l’UDC mette in guardia da diverso tempo contro questo pericolo. Ma oggi, l’insolenza della maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento non ha più ritegno. La democrazia diretta è calpestata; la Costituzione federale è violata senza alcuna remora; gli intere4ssi dell’UE passano davanti a quelli della Svizzera. È una realtà: la maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento dispregia le regole della democrazia diretta per soddisfare le esigenze di Bruxelles. Con la costante preoccupazione di sottomettersi alla volontà dell’UE, governo e parlamento non hanno applicato un solo punto del risultato dello storico scrutinio del 9 febbraio 2014, quando popolo e cantoni hanno approvato l’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

L’immigrazione di massa, di cui si conoscono le conseguenze nefaste per la Svizzera, continuerà dunque senza cambiamenti. Come sudditi timorosi, la maggioranza dei consiglieri federali e dei parlamentari s’inchina di fronte al minaccioso gesticolare di Bruxelles. E, lo sapete, il Consiglio federale sta già preparando la prossima tappa dell’abbandono della nostra indipendenza per mezzo di un accordo-quadro integrante la Svizzera nell’UE.

Non è la prima volta nella nostra storia che la nostra indipendenza e la nostra libertà sono in pericolo. Nell’edificio vecchio di secoli che ospita gli archivi di Sigriswil, il mio comune di domicilio, si può leggere l’iscrizione seguente che nulla ha perso della sua pertinenza:

«Der Sigriswiler alte Freiheitsbriefe ich bewach’, die Freiheit selber zu erhalten, das ist eure Sach’.»

«La carta della libertà di Sigriswil à ben custodita qui, tocca a voi battervi per conservare la vostra libertà. »

Questa frase dice tutto. Tocca a noi batterci per conservare la nostra libertà. Se non ci battiamo per la nostra libertà, tutti documenti e le dichiarazioni non servono a niente – né la Carta della libertà di Sigriswil, né il Patto federale. Questa iscrizione sui vecchi muri del mio comune è purtroppo di un’attualità più scottante che mai. 

La nostra Costituzione garantisce la nostra libertà di cittadini e fa di noi il sovrano, l’istanza suprema del nostro paese – ma solo in teoria. Nella pratica, il Consiglio federale e il Parlamento se ne infischiano oggigiorno, e si pongono con arroganza al di sopra della volontà del popolo.

Questo comportamento è incompatibile con la nostra Costituzione, incompatibile con la nostra storia! È in opposizione a tutto ciò che la Svizzera rappresenta!

È contrario alla nostra sperimentata democrazia e alla nostra indipendenza, ambedue valori che, è bene ricordarlo, sono sognati da milioni di esseri umani nel mondo intero. Dei valori per i quali ci si batte e si muore ancora sempre in molti paesi. Ma che cosa fa la maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento? Getta servilmente questi valori ai piedi dei funzionari di Bruxelles.

L’essenza della democrazia diretta

Sembra utile ricordare una volta di più perché la Svizzera è diversa dagli altri paesi, perché sta meglio degli altri paesi, perché da noi tante cose funzionano meglio che altrove. Semplicemente perché la Svizzera è un caso particolare sotto diversi punti di vista. 

Ciò è dovuto alla democrazia diretta. Senza la democrazia diretta non ci sarebbe il caso particolare Svizzera e non ci sarebbe il successo svizzero.

La Confederazione è stata fondata perché i suoi abitanti volevano prendere in mano il loro destino, perché rifiutavano i giudici stranieri, perché volevano vivere secondo le proprie regole, perché non volevano ricevere ordini da potenze straniere.

Ed è esattamente questo atteggiamento che ha preservato durevolmente la nostra libertà: decidere noi stessi, eleggere noi stessi i nostri rappresentanti, ma controllandoli da vicino.

Democrazia diretta significa che le decisioni non vengono prese al di sopra di coloro cui si riferiscono, ma proprio da costoro. Non vogliamo uno Stato, e ancor paggio un’élite, che violi la Costituzione decidendo al posto del popolo. Queste decisioni spettano a noi – quantomeno ci spettavano fino a poco tempo fa.

Contro la Costituzione – contro il buonsenso!

Quando il Consiglio federale e il Parlamento rifiutano di applicare ciò che il sovrano ha iscritto nella Costituzione concernente l’immigrazione, non solo violano la Costituzione, ma infrangono la ragione d’esistere del nostro Stato, la nostra tradizione nazionale. È grave, ma c’è anche di peggio: il governo e il parlamento hanno agito non soltanto contro la Costituzione, ma anche contro il buonsenso!

Perché il modello di successo della Svizzera è fragile. La democrazia diretta costituisce un’utile valvola. Essa incanala le preoccupazioni e i disagi del popolo. Coloro che non sono contenti di una certa politica la possono cambiare se trovano una maggioranza. La democrazia diretta trasforma il disagio in utile discussione. Le divergenze d’opinione sono regolate democraticamente; la concorrenza delle opinioni genera nuove soluzioni.

È alla democrazia diretta che dobbiamo la stabilità del nostro paese. Ma se la maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento viola la Costituzione e blocca la valvola della democrazia diretta, allora il disagio si può rapidamente trasformare in collera.

Non si può privare durevolmente il nostro popolo della sua voce. Se non ha più nulla da dire in politica e se si continua a menarlo per il naso, si farà sentire presto o tardi in strada. E sarà ben presto la fine della stabilità del nostro paese. Ed è esattamente ciò che l’UDC vuole evitare. Più che mai siamo messi alla prova.

L’UDC continuerà a battersi affinché la Svizzera possa gestire indipendentemente e diminuire l’immigrazione sul suo territorio.  

Noi continueremo a batterci per la salvaguardia della democrazia diretta, per l’indipendenza del nostro paese.

Noi continueremo a batterci per il bene dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Affinché la Svizzera rimanga la Svizzera.

Adrian Amstutz
Adrian Amstutz
Consigliere nazionale Sigriswil (BE)
 
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