Discorso

Il diritto umanitario sulla base della democrazia diretta – qual è il messaggio più importante dell’iniziativa per l’autodeterminazione?

È un piccolo gruppo molto variegato quello che si è costituito per combattere l’autodeterminazione e la democrazia diretta. Vi si trovano quelli che hanno rifiutato di applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa o le associazioni di manager che nutrono un profondo rancore contro la democrazia diretta, da quando ha avuto successo l’iniziativa contro le remunerazioni abusive.

Roger Köppel
Roger Köppel
Consigliere nazionale Küsnacht (ZH) (ZH)
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E, naturalmente, vi si incontra anche la famosa Operazione Libero, un’organizzazione sostenuta dall’estero e composta da figli e figlie di radicali, che non hanno il coraggio di dire ai loro genitori di essere semplicemente di sinistra.  La loro presidente è Flavia Kleiner, che gioca anche nella squadra internazionale del miliardario di sinistra americano George Soros.

Questo cartello massicciamente sponsorizzato dai grandi gruppi industriali pretende di difendere gli interessi del popolo e la nostra formidabile democrazia diretta che affermano di amare tanto. Ma, Signore e Signori, basta grattare un po’ questa crosta di zucchero, di guardare dietro la bella tappezzeria dei media allineati che, anche loro, pretendono di volere il nostro bene, per capire molto rapidamente ciò che unisce realmente e intimamente questa associazione di avversari dell’autodeterminazione:

È il disprezzo più totale del popolo!

Sì, è il disprezzo del sovrano svizzero.

E non faccio un’affermazione immotivata.

Ascolto ciò che dicono e guardo ciò che fanno.

Vedo, per esempio, la nuova ed enorme campagna cartellonistica che copre i muri della Svizzera al prezzo di diverse centinaia di migliaia di franchi.

Chi la paga? I gruppi industriali a spese degli azionisti? I manager con denaro che loro non appartiene?

Guardiamo questi manifesti. Mostrano una sega circolare. La sega circolare taglia il manifesto e sega i diritti umani. Essa sega i diritti delle donne, dei bambini, degli andicappati.

Tutto ciò succederà, ci dicono gli avversari dell’autodeterminazione, se il popolo dice sì all’iniziativa per l’autodeterminazione, se il popolo dice sì alle decisioni democratiche e alla democrazia diretta.

E allora vi chiedo: quale immagine del popolo svizzero, quale immagine della democrazia dipingono questi ambienti che per il popolo non hanno che disprezzo?

Dipingono l’immagine seguente:

Se si lasciano votare liberamente le Svizzere e gli Svizzeri, se si applicano le decisioni del popolo, se si lascia giocare la democrazia diretta in Svizzera, se le Svizzere e gli Svizzeri decidono loro stessi il destino del loro paese, andiamo incontro a un massacro, a un massacro mediante sega circolare, verso il massacro di donne, di bambini e delle minoranze. E i manager aggiungono un’ulteriore pennellata: se si lasciano decidere gli Svizzeri, la nostra prosperità è distrutta.

Il tono è ancora più violento nella trasmissione quotidiana d’intrattenimento di «Telezüri» con il consigliere nazionale PLR Hanspeter Portmann il quale afferma, né più né meno, che in caso d’accettazione dell’iniziativa per l’autodeterminazione, la Svizzera potrebbe essere sottoposta a una dittatura nazista.

Portmann ha dichiarato testualmente: «Se guardiamo indietro nella storia, constatiamo che avevamo un paese vicino il cui popolo urlava “ritorno al Reich”. (…) Io non voglio aprire questa porta e sopprimere i diritti umanitari con l’iniziativa per l’autodeterminazione.»

Il solo modo di padroneggiare la bestia feroce che è il popolo, è di imporgli delle regole internazionali e dei giudici internazionali, afferma in sostanza Portmann. Non si può dare fiducia agli Svizzeri e ancora meno alla Costituzione federale. Solo la saggezza delle corti di giustizia internazionali e dei politici lungimiranti – di cui evidentemente lui fa parte – garantisce lo Stato di diritto dagli attacchi del popolo.

Signore e Signori, queste dichiarazioni e questi manifesti fanno capire soprattutto una cosa: gli avversari dell’autodeterminazione non hanno assolutamente alcun rispetto per la democrazia diretta e ancora meno per il popolo.

Le persone che pretendono che gli Svizzeri abusino dei loro diritti per opprimere le donne e le minoranze, che affermano che gli Svizzeri si darebbero un ordinamento nazista se si lasciassero fare, questa gente deve per forza e logicamente mettere tutto in atto per togliere il diritto di voto ai cittadini e sopprimere la democrazia diretta.

Questa constatazione ci riporta al tema e alla domanda del giorno: qual è l’obiettivo dell’iniziativa per l’autodeterminazione? Sono proprio questi ambienti che non hanno che disprezzo per il popolo, questi affossatori della democrazia, sono questi Portmann e questi Libero, queste cerchie pretenziose che si sentono superiori alle decisioni popolari, sono questi spregevoli individui che vogliono chiudere il popolo, il sovrano, in una prigione di prescrizioni e di regolamentazioni internazionali, affinché il popolo non abbia più diritti, ma che questi siano tutti in mano alla classe politica.

Diritti dell’uomo, libertà, orrori del nazismo: questi insulti nei confronti del popolo sono solo un pretesto. Portmann e compari sanno molto bene che da 170 anni il popolo, dunque le cittadine e i cittadini, costituisce il bastione più solido a protezione dei diritti umanitari contro i criminali e i dittatori.

È stato il popolo che, negli anni trenta de secolo scorso, ha rifiutato una revisione totale della Costituzione federale che mirava a uno Stato autoritario. È stato il popolo che, contro la volontà del Consiglio federale e della maggioranza del Parlamento, ha posto fine al regime dei pieni poteri instaurato durante la guerra mondiale e che ha imposto il ritorno alla democrazia diretta.

Bisogna essere pazzi per voler privare i cittadini svizzeri di loro diritti politici in nome dei diritti umanitari. I fondatori del nostro Stato lo sapevano molto bene: i politici e i giudici possono agire contro gli interessi del popolo. E hanno quindi considerato le cittadine e i cittadini quali migliori tutori dei diritti dell’uomo. Delle generazioni passate hanno sacrificato la loro vita per salvaguardare la libertà. Portmann non si fida più degli Svizzeri.

È stato un colpo di Stato, una rivoluzione imposta dall’alto, una rottura con una prassi giuridica vecchia di oltre un secolo. Sei anni fa, cinque giudici federali hanno deciso di porre, quale regola generale, il diritto internazionale al di sopra di quello nazionale. Il diritto supremo non sarebbero più le decisioni del popolo e la Costituzione federale, ma il diritto internazionale. E i cittadini? privati dei loro diritti politici con un tratto di penna.

La sentenza è stata contestata, ma era perfettamente di gradimento di questi signori, di questi presunti liberali, di queste persone che si credono più intelligenti e migliori dei cittadini ai quali chiedono tuttavia di eleggerli.

Pieni di gratitudine, hanno accettato questo bel regalo dei giudici di Losanna. Il Consiglio federale e il Parlamento hanno cominciato a rifiutare di applicare delle decisioni popolari a loro sgradite, con il pretesto del diritto internazionale. Dei criminali stranieri pericolosi non possono essere espulsi perché i tribunali pongono il diritto internazionale al di sopra della Costituzione.

La priorità del diritto internazionale rispetto a quello nazionale, spalanca la porta all’arbitrio e all’incertezza del diritto, è la fine della democrazia diretta, è l’impotenza dei cittadini, ma significa pieni poteri ai politici e ai giudici che interpretano il diritto internazionale contro gli interessi del popolo. I balivi stranieri sono fra di noi. Siedono a Losanna e nella Berna federale!

Che la democrazia diretta riposi in pace, ecco l’auspicio degli avversari dell’autodeterminazione. Li riconoscete dai loro manifesti e dalle loro dichiarazioni. Esiste un diritto umano svizzero alla democrazia diretta. Coloro che lo vogliono preservare dicono SÌ all’autodeterminazione.

Roger Köppel
Roger Köppel
Consigliere nazionale Küsnacht (ZH) (ZH)
 
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