Le conseguenze dell’accordo-quadro istituzionale per le cittadine e per i cittadini

L’accordo-quadro istituzionale è tutto salvo che tagliato su misura. Non una sola volta, i sarti dell’UE, hanno preso le misure di noi Svizzere e Svizzeri. Con questo accordo, Bruxelles tenta in realtà di imporci una camicia di forza che ci toglie qualsiasi libertà di movimento. Mai vi ci potremo abituare.

Magdalena Martullo-Blocher
Magdalena Martullo-Blocher
Consigliera nazionale Lenzerheide (GR)
Condividi Stampa articolo

L’accordo-quadro con l’UE ci obbliga a riprendere il diritto UE attuale e futuro. Se votiamo in altro modo, subiremo una punizione.

Questo accordo-quadro sconvolge quasi tutto ciò che conosciamo.

La libera circolazione delle persone sarà enormemente estesa. La Svizzera non potrà più decidere di prendere delle misure a protezione dei salari. Sarà competenza dell’UE. Grazie alla cittadinanza europea, i diritti di soggiorno e di ricongiungimento familiare saranno concessi ancor più facilmente di oggi. L’immigrazione di massa aumenterà: ancora più stranieri, strade e treni intasati, penuria di alloggi, rincaro dei prezzi immobiliari e degli affitti, ecco le conseguenze che ognuno già risente oggi e che domani risentirà ancora di più. Conseguenza dell’aumento dell’immigrazione, la pressione sui salari continuerà a crescere. I salariati anziani e le persone meno qualificate faranno ancora più fatica a trovare un impiego. La Svizzera sarà costretta a riprendere il diritto europeo sul lavoro.

Tutti gli immigranti e i frontalieri avranno gli stessi diritti all’aiuto sociale, anche se non lavorano in Svizzera. Essi otterranno questi diritti già tre mesi dopo la loro entrata in Svizzera. La Svizzera dovrà pagare ancora più assegni familiari secondo la tariffa svizzera a dei bambini che vivono all’estero. Essa dovrà assumersi gli impegni per l’assicurazione-disoccupazione di 312’000 frontalieri, il che rappresenta un onere supplementare fra i 600 e gli 800 milioni di franchi l’anno! Con le sue prestazioni di disoccupazione e di aiuto sociale, elevate nel confronto internazionale, la Svizzera è sicuramente molto attrattiva per i cittadini UE. Le nuove regolamentazioni faranno della Svizzera un paradiso per i potenziali approfittatori dell’aiuto sociale. Ma le nostre istituzioni sociali non potranno finanziare questi oneri supplementari esorbitanti. Saranno costrette ad aumentare i premi, riducendo nel contempo le loro prestazioni per tutte le cittadine e per tutti i cittadini.

Ma c’è di peggio: per ordine dell’UE, la Svizzera dovrà perfino accordare il diritto di voto e di eleggibilità a tutti i cittadini UE. Questo principio è già sin da ora previsto a livello comunale.

L’accordo-quadro complicherà ancora di più l’espulsione dei cittadini UE criminali. Conseguenza: meno espulsioni e, di conseguenza, più criminalità!

Firmando l’accordo-quadro, la Svizzera deve esplicitamente riprendere il diritto europeo degli aiuti pubblici. La Confederazione, i cantoni e i comuni non potranno più impegnarsi nell’economia se non con l’espressa autorizzazione dell’UE. Aiuti incentivanti l’urbanizzazione, aiuti economici, sgravi fiscali o sostegni di politica regionale, non saranno più possibili. L’insediamento di nuove imprese che creano impieghi, regolamentazioni ambientali regionali o miglioramenti delle condizioni-quadro nelle regioni periferiche non saranno più possibili senza l’autorizzazione dell’UE. Il panorama energetico svizzero sarà totalmente scombussolato. Le grandi centrali idroelettriche non potranno più essere sostenute e le aziende elettriche comunali saranno sotto pressione. Delle istituzioni che hanno dato prova della loro efficacia in Svizzera non saranno più ammesse: assicurazioni immobiliari cantonali, SUVA, banche cantonali. L’incentivazione pubblica della costruzione di alloggi, come pure le organizzazioni culturali e sportive saranno pure gravemente colpite: dai teatri ai musei, passando dai festival musicali, società sportive e costruzioni di piscine, tutto sarà gestito dal diritto UE.

L’accordo-quadro istituzionale ci costringerebbe anche ad abbandonare il nostro sistema di formazione e di perfezionamento professionale. Sarebbe la fine della fruttuosa collaborazione fra le imprese e i servizi pubblici nel settore dell’apprendistato, come pure dei programmi occupazionali e d’integrazione. L’UE potrà pure imporre alla Svizzera l’applicazione delle sue direttive concernenti il certificato professionale europeo. Ciò significa che tutte le formazioni UE dovrebbero essere riconosciute in Svizzera. Conseguenza: il livello della formazione in calo e i nostri professionisti sotto pressione.

Il Consiglio federale avrebbe perfino dovuto chiedere l’autorizzazione di Bruxelles per salvare l’UBS, se l’accordo-quadro fosse stato in vigore a quel tempo!

L’accordo-quadro comporterebbe pure un aumento dell’onere fiscale. L’UE, infatti, impone un tasso d’IVA minimo del 15% in tutti i paesi membri, ossia due volte quello svizzero. Dopo la stipulazione dell’accordo-quadro, un vestito o una vettura potrebbe quindi improvvisamente essere colpito da un’IVA di almeno il 15%!

I contadini sarebbero particolarmente colpiti dall’accordo-quadro istituzionale. I supplementi assegnati per la trasformazione del latte in formaggio e per compensare il divieto d’insilamento violano infatti le regolamentazioni UE. Il sistema svizzero dei pagamenti diretti non sarebbe più praticabile. La Svizzera sarebbe costretta a importare dei foraggi provenienti da organismi geneticamente modificati. Carne e legumi geneticamente modificati arriverebbero sui nostri piatti, mentre che il popolo svizzero vi si è esplicitamente opposto. Molti agricoltori svizzeri sarebbero costretti ad abbandonare le loro aziende a causa dell’apertura delle frontiere alle importazioni.

Potrei proseguire per delle ore a elencarvi esempi. Il sistema normativo europeo si compone oggi di 21’000 direttive e i 32’000 burocrati della Commissione UE ne emanano ogni giorno di nuove. Firmando l’accordo-quadro, la Svizzera si impegnerebbe a riprendere automaticamente questa marea di regolamentazioni europee. Le dimensioni e la preparazione di una pizza, la grandezza e la forma di una mela, il modo corretto di friggere le patate, eccetera, eccetera, tutto sarebbe regolamentato da Bruxelles.

E per coronare il tutto, la Svizzera sarebbe obbligata a versare dei miliardi a Bruxelles per gli attuali e i futuri programmi di ridistribuzione, oltre, beninteso, i miliardi che già oggi versa al fondo di coesione UE. Tutto ciò è previsto in dettaglio e in maniera vincolante nell’accordo-quadro.

No! Noi rifiutiamo questa camicia di forza! Noi non accettiamo che la nostra vita sia regolamentata dall’estero. L’accordo-quadro stravolge la nostra vita, la nostra quotidianità, il nostro successo economico. Coloro che affermano che l’accordo-quadro istituzionale non cambia nulla della nostra vita quotidiana, o non l’hanno letto o rifiutano di vedere l’evidenza. Non abbiamo bisogno di questo accordo e non lo vogliamo. Noi dell’UDC, ci impegniamo per la Svizzera. Rifiutiamo di gettare alle ortiche i valori che hanno fatto la forza della Svizzera. Il Consiglio federale deve rifiutare categoricamente questo contratto e far capire a Bruxelles che la firma di questo trattato è fuori questione per noi. Nell’interesse della Svizzera!

Magdalena Martullo-Blocher
Magdalena Martullo-Blocher
Consigliera nazionale Lenzerheide (GR)
 
Utilizziamo cookies per personalizzare contenuti e comunicazioni, per poter offrire funzioni per media sociali e per analizzare gli accessi al nostro portale. Inoltre, trasmettiamo informazioni per l'utilizzo della nostra pagina web ai nostri partner per media sociali, pubblicità e analisi. Vedere i dettagli Vedere i dettagli
Sono d'accordo