In una democrazia moderna e viva, il libero scambio di opinioni è d’importanza capitale. La Costituzione federale garantisce la libertà d’opinione e d’informazione (art. 16 CF), la libertà dei media (art. 17 CF), ma anche la libertà economica (art. 27 CF). Associate ad altri diritti fondamentali come la libertà linguistica e la libertà di riunirsi e associarsi, le libertà d’opinione, d’informazione e dei media, garantiscono la libertà di comunicazione sociale, una condizione indispensabile al buon funzionamento di qualsiasi democrazia.
La libertà dei media comprende la libertà della stampa scritta, come pure della radio e della televisione. Essa garantisce una sfera protetta dagli interventi dello Stato: è permesso esprimere e diffondere la propria opinione al riparo dalle influenze dello Stato.
L’indipendenza dei media dalle influenze dello Stato e dei fondi pubblici è una condizione fondamentale della democrazia. I diritti di libertà stabiliti nella Costituzione federale proteggono le cittadine e le imprese dalle influenze dello Stato.
Purtroppo, il sistema attuale segnato da una SSR/SRG finanziata con i canoni obbligatori, da reti di radio e televisione private che beneficiano pure loro di questa manna pubblica, e dall’aiuto indiretto alla stampa, aumenta la dipendenza dei media dallo Stato. Delle imprese finanziate o cofinanziate dallo Stato, come la SSR/SRG, Swisscom SA o La Posta SA, s’insinuano in un numero crescente di settori del mercato mediatico che era finora riservato ai produttori privati. In altre parole, la politica mediatica svizzera ha preso una direzione sbagliata. Molti problemi finanziari o qualitativi dei media privati derivano dal fatto che la SSR/SRG non offre un servizio di base come sarebbe il suo ruolo fare, bensì propone un servizio completo. I media finanziati dallo Stato stanno soffocando i produttori privati.
Nel suo nuovo documento strategico sulla politica mediatica in Svizzera, l’UDC presenta i cambiamenti che hanno subìto il panorama mediatico e il mercato svizzeri. Essa identifica e descrive i problemi, proponendo delle soluzioni.
Non si tratta assolutamente di sapere quali media siano favorevoli o sfavorevoli all’UDC. Tocca ai media decidere sull’equità dei resoconti che propongono ai loro lettori e inserzionisti. È questa, la libertà di stampa. Per l’UDC si tratta piuttosto delle grandi linee direttive che devono orientare la politica mediatica in Svizzera. Questa politica deve essere utile al paese. È una nostra responsabilità, quale maggiore partito svizzero.