L’UDC prende nota con rammarico che la legge sull’elettricità è stata approvata con favore. Ancora una volta sono state fatte false promesse alla popolazione.
La Svizzera non avrà un «approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili», come sostengono i vincitori. È vero il contrario: la legge sull’elettricità porta poca elettricità e, per di più, non sicura, per un sacco di soldi e una massiccia deturpazione della natura.
La nuova legge sull’elettricità sovvenziona progetti di energia elettrica che non risolvono il problema dell’approvvigionamento. Il gigantesco ampliamento della rete costerà miliardi di franchi e le famiglie dovranno contribuire a finanziare questa aberrazione. Le bollette dell’elettricità torneranno ad essere molto più care.
Anche se i proponenti hanno sostenuto il contrario durante la campagna referendaria, ci sarà un brusco risveglio anche per i comuni e la popolazione. Per poter costruire rapidamente e senza ostacoli i parchi eolici e solari, questi saranno dichiarati «di interesse nazionale». Il risultato è lo spianamento di aree ricreative locali, delle Alpi, delle foreste e dei terreni agricoli senza che la popolazione locale possa difendersi adeguatamente. L’interesse nazionale ha la precedenza.
Nella campagna referendaria, tutti i partiti – tranne l’UDC – hanno promesso che i costi dell’elettricità non sarebbero aumentati, che il paesaggio non sarebbe stato rovinato e che i diritti comunali e civili sarebbero stati preservati. L’UDC chiede che vengano finalmente affrontati i due grandi tabù della questione dell’approvvigionamento energetico:
Un doppio No alle iniziative per un’assicurazione sanitaria inadeguata
L’UDC è soddisfatta che entrambe le iniziative sull’assicurazione sanitaria siano state respinte. L’iniziativa sui premi del PS avrebbe causato costi aggiuntivi fino a 11,7 miliardi di franchi all’anno. Inoltre, l’IVA avrebbe dovuto essere aumentata di un ulteriore 2-3%. Si tratta di un costo aggiuntivo di circa 1’200 franchi per famiglia. La popolazione ha inteso la ridistribuzione nascosta delle spese a scapito della classe media.
L’iniziativa sui premi della sinistra avrebbe penalizzato anche i cantoni che hanno costi sanitari pro capite più bassi, in particolare dei cantoni rurali della Svizzera tedesca. Con il rifiuto dell’iniziativa sui premi, entra ora in vigore il controprogetto indiretto. Ciò obbliga molti cantoni ad aumentare le riduzioni dei premi. Inoltre, saranno premiati i cantoni che controllano meglio i costi sanitari e lavorano in modo più efficiente. Alcuni cantoni della Svizzera centrale e orientale hanno già adottato misure promettenti in questa direzione.
In linea di principio, l’UDC condivide che la forte crescita dei costi sanitari e i premi sempre più alti non possono continuare. Per gli assicurati la responsabilità personale e l’autocura devono tornare a a essere due principi saldi. L’iniziativa de Il Centro per un freno ai costi ha forse il titolo giusto, ma non può mantenere la sua promessa: non è attuabile e porterebbe a una caotica medicina a due velocità. Le riduzioni dei premi in stile PS sono una farsa e non incentivano a contenere i costi sanitari. Al contrario, pompano ancora più denaro nel sistema. I premi verrebbero sovvenzionati per una parte di popolazione e la rimanente dovrebbe finanziare questi sussidi attraverso un massiccio aumento delle tasse. Questo non è né calcolato né conveniente.
No all’iniziativa popolare «Per la libertà e l’integrità fisica»
L’iniziativa popolare «Per la libertà e l’integrità fisica» è stata chiaramente respinta. La popolazione svizzera non vede la necessità di chiarire l’attuale articolo federale 10 per evitare un eventuale obbligo di vaccinazione.
Tuttavia, va anche notato che finora non si è proceduto a una vera e propria revisione della politica sul coronavirus, con le sue violazioni – talvolta drastiche – delle libertà civili e dei diritti personali, i coprifuochi, i certificati, i divieti di visita e le discriminazioni nei confronti delle persone non vaccinate. I costi della politica sul coronavirus, per un totale di circa 30 miliardi di franchi svizzeri, graveranno a lungo sul bilancio federale.