Le viti dell’asilo si stanno stringendo in tutta Europa: sette stati dell’UE hanno reintrodotto controlli di frontiera indipendenti, la Polonia sta addirittura respingendo i richiedenti asilo, la Germania sta deportando i criminali afghani nella loro patria talebana, la Repubblica Ceca sta cancellando gli aiuti sociali per i rifugiati.
E dov’è la Svizzera? «Il consigliere federale Beat Jans (60) non sembra essere impressionato da tutto questo. […] Al contrario: il Dipartimento di Giustizia ha addirittura messo in discussione in Consiglio federale l’estensione dello status di protezione S alle persone ammesse temporaneamente», scrive il Blick in un recente articolo.
Immaginiamo: mentre intorno a noi si adottano misure contro l’immigrazione clandestina, il nostro ministro dell’asilo vuole rendere la Svizzera ancora più attraente per i richiedenti asilo di tutto il mondo. Le persone ammesse temporaneamente sono persone con una decisione negativa in materia di asilo. Queste persone dovrebbero lasciare immediatamente la Svizzera.
E Jans? Pensa che le persone con una decisione negativa in materia di asilo non solo dovrebbero poter rimanere qui, ma vorrebbe anche premiarle con l’aiuto sociale e facilitare il ricongiungimento familiare. Tutto questo è legato al titolo di “status di protezione”.
I piani di asilo del consigliere federale Jans intensificherebbero ulteriormente l’effetto di attrazione in Africa, Afghanistan e Siria. Il business criminale delle bande di trafficanti sarebbe diventato ancora più redditizio. Fortunatamente Jans è stato richiamato dall’intero Consiglio federale. Ma è necessaria una maggiore pressione per un cambiamento di rotta nel sistema di asilo: sottoscrivi l’iniziativa per la protezione delle frontiere “Stop all’abuso nell’asilo!”.