La Politica agricola a partire dal 2022 (PA22+), che il Consiglio federale ha messo in consultazione, inasprisce ancora una volta la pressione sull’agricoltura produttiva e sul reddito dei contadini.
Il mandato costituzionale che il 78% dei votanti hanno dato il 24 settembre 2017 al Consiglio federale per la salvaguardia della sicurezza alimentare era peraltro chiaro: stop alla priorizzazione unilaterale dell’ecologia in agricoltura e a una nuova apertura delle frontiere alle importazioni, miglioramento delle condizioni-quadro e, di conseguenza, sostegno alla produzione indigena di derrate alimentari sane.
La soppressione delle misure ancora esistenti che garantiscono i prezzi, come il sistema di prestazioni nella produzione di carne o i contributi al mercato di carne di vitello, ridurranno il reddito agricolo di un importo che rappresenta un multiplo della somma che la Confederazione intende risparmiare.
Sembra inoltre, di primo acchito, che questo progetto realizzi solo molto parzialmente le semplificazioni amministrative e lo sfoltimento della giungla burocratica agricola che l’UDC chiede da tempo. L’ecologizzazione unilaterale a spese dell’agricoltura produttiva spinge al rialzo i costi di produzione che in Svizzera sono già molto elevati. Anche qui, il Consiglio federale è in totale contrasto con la volontà del popolo che chiede un rafforzamento della sicurezza alimentare.
L’UDC s’oppone anche all’ammorbidimento del diritto fondiario rurale, che permetterebbe a cooperative, fondazioni o a privati provenienti da altri ambiti professionali di acquistare terreni agricoli.
Per contro, l’UDC accoglie con piacere la proposta di mantenere il credito-quadro a 13’915 milioni di franchi per quattro anni.
L’UDC prenderà posizione in dettaglio nell’ambito della procedura di consultazione sulla PA22+. Essa si baserà principalmente sul mandato costituzionale che esige un rafforzamento della produzione indigena e, di conseguenza, che dà una garanzia esistenziale alle famiglie contadine svizzere.