L’UDC si è battuta contro la legge sul CO2. Questo, progetto ostile alla proprietà privata e all’economia, mirava a un massiccio aumento delle tasse. Il centrosinistra politico ha esagerato chiedendo un aumento del prezzo dei carburanti fino a 20 centesimi al litro, un rincaro dell’olio da riscaldamento di oltre 20 centesimi al litro e un divieto di installare dei riscaldamenti a olio.
L’UDC è riuscita a impedire questi eccessi in Consiglio nazionale. Rifiutando categoricamente la legge sul CO2, essa s’è impegnata a favore del ceto medio, delle famiglie, delle persone anziane e, in particolare, degli abitanti delle regioni periferiche. Questi aumenti dei prezzi di benzina e olio da riscaldamento avrebbero comportato, per una famiglia di quattro persone, un aumento degli oneri annuali nell’ordine di 1’400 franchi. Ricordiamo che la consigliere federale incaricata di questo dossier aveva promesso, durante la campagna di voto per la legge sull’energia, un aumento di soli 40 franchi l’anno. Questa opposizione dell’UDC è stata utile anche per le piccole e medie imprese, come pure agli agricoltori. Nell’attuale contesto economico, è più importante che mai rinunciare a imporre nuovi oneri alle imprese e, in particolare, alle arti e mestieri.
Questo inasprimento della legge, voluto dal centrosinistra, avrebbe reso le tasse svizzere sul CO2 le più elevate del mondo, un progetto tanto più fuori posto in quanto la protezione dell’ambiente praticata in Svizzera è esemplare e la Svizzera fa parte dei paesi industrializzati che producono meno emissioni di CO2 per abitante.