L’UDC ha tenuto una conferenza stampa per presentare la sua visione attuale delle finanze federali. Essa ha pure proposto una serie di misure volte ad arrestare l’espansione smisurata dello Stato. Questi princìpi di una politica finanziaria a lungo termine difesa dall’UDC sono riassunti in un nuovo documento strategico (scaricabile in tedesco) del partito.
In un’economia nazionale sana, deve crescere l’economia e non lo Stato. È il solo modo di salvaguardare gli impieghi e la prosperità. Ma la crescita dello Stato ha abbondantemente superato quella dell’economia negli anni scorsi. L’UDC chiede da anni un riesame approfondito dei compiti della Confederazione e, di conseguenza, una pianificazione dell’abbandono di certi compiti al fine di ridurre l’amministrazione federale e diminuire le spese dello Stato; o, quantomeno, di attenuarne la crescita. Di fronte a dei deficit pronosticati da 1,4 a 2 miliardi di franchi l’anno a partire dal 2018, queste richieste devono finalmente essere seguite dagli atti.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla situazione attuale delle finanze federali, in particolare dal budget 2016. Il probabile superamento delle entrate preventivate di oltre 2 miliardi di franchi è unicamente la conseguenza dell’attuale livello dei tassi d’interesse. Le imprese pagano le loro imposte molto in anticipo per sfuggire ai tassi d’interesse negativi, o addirittura per percepire degli interessi. Il budget 2017 prevede un deficit di 619 milioni di franchi. Ma invece di reagire a questo annuncio di cifre rosse, come sarebbe logico, con una riduzione degli oneri e un utilizzo parsimonioso del denaro dei contribuenti, la Confederazione aumenta ancora le sue spese del 2,7%, portandole a 69 miliardi di franchi. L’amministrazione, il Consiglio federale e il parlamento conducono una politica finanziaria noncurante e moltiplicano le nuove leggi. L’UDC è oggi il solo partito a preoccuparsi dell’equilibrio budgetario. Non sorprende, in queste condizioni, che gli scoperti finanziari raggiungano 1,4-2 miliardi di franchi a partire dal 2018. Di fronte a queste prospettive che minacciano anche per la prima volta da 10 anni a questa parte la riduzione del debito federale, sarebbe ora di prendere delle misure di risparmio e di pianificare l’abbandono di compiti, come l’UDC chiede da anni.
Apportare finalmente delle correzioni alle spese
Delle correzioni immediate s’impongono nel settore dell’asilo, nel quale le spese aumenteranno di 850 milioni di franchi l’anno prossimo. Per finanziare questi oneri, il Consiglio federale tenta di eludere il freno all’indebitamento contabilizzando 400 milioni di franchi a titolo di “spese straordinarie”. L’UDC chiede inoltre che l’aiuto allo sviluppo sia riportato da 11,1 a 9,5 miliardi di franchi nel prossimo pacchetto budgetario (2021-2024) destinato a questo settore. Dei risparmi s’impongono anche nell’amministrazione federale che può essere massicciamente ridotta dopo aver conosciuto un’espansione eccessiva (+27% in 9 anni). Anche a questo livello, delle prestazioni possono essere soppresse senza perdita.
Ridurre imposte e tasse
È in particolare allo zelo regolamentatore del centrosinistra che dobbiamo la costante progressione del fardello fiscale che dura da anni per raggiungere oggi un livello tale che le Svizzere e gli Svizzeri lavorano la metà dell’anno solo per alimentare lo Stato. E non è tutto: un numero crescente di obblighi e divieti restringe la nostra libertà individuale e genera una valanga di leggi e interventi dello Stato. Per liberare l’economia e i cittadini da questo giogo loro imposto dallo Stato, l’UDC si batterà a favore di un ridimensionamento sistematico della giungla normativa.
Richieste dell’UDC
Esposti: