Essere sociali significa creare impieghi. Il lavoro permette all’individuo di realizzarsi e, soprattutto, il lavoro è il rimedio più efficace contro la povertà. Ecco perché le economie di mercato liberali sono le più efficaci e registrano la minore povertà.
Solo la sinistra considera il lavoro come un flagello della società e cerca in tutti i modi di sottrarvici. Le richieste di abbassare a 35 ore la durata del tempo di lavoro è uno degli esempi più lampanti di questa mentalità.
Per creare degli impieghi nel nostro paese, abbiamo bisogno di crescita economica e, per questo, le nostre imprese necessitano di condizioni-quadro competitive.
Bisogna constatare che solo l’UDC è in grado di rispondere ai bisogni dell’economia e, più particolarmente, delle PMI del nostro paese. Il gruppo UDC ha depositato una mozione nel mese di marzo, chiedente al Consiglio federale di presentare all’assemblea federale un insieme di proposte volte a rafforzare la piazza economica svizzera, aumentandone l’attrattività e diversificandone gli sbocchi.
Mentre che anche il Consiglio federale raccomanda al Parlamento di accettare questa mozione, la sinistra ha deciso di combatterla. La sinistra rifiuta perciò un rafforzamento della piazza economica svizzera. Si tratta di un comportamento irresponsabile con delle conseguenze dirette sull’impiego nel nostro paese.
Agli occhi della sinistra, è lo Stato che decide. La libertà personale dei cittadini è solo secondaria. La collettività predomina sull’individuo. Con la sua fede nell’onnipotenza dello Stato e nel flusso di regolamenti che ne risulta, la sinistra soffoca la vita politica e, soprattutto, strangola l’economia del nostro paese.
L’inflazione normativa costituisce una minaccia per la competitività della Svizzera. Senza parlare della sciocca adozione del diritto UE che soffoca le nostre PMI.
Le autorità devono rapidamente porre mano a una riduzione degli oneri amministrativi e regolamentatori che gravano sulle imprese.
Oltre alle pastoie legislative che soffocano la nostra economia, c’è anche questa volontà della sinistra di tassare ancora di più al fine di finanziare la sua politica clientelare.
Con il pretesto dell’ecologia, il partito socialista e i Verdi reclamano una sfilza di imposte, tasse e prelievi. Il costo per famiglia del ceto medio ammonta a circa CHF 20’000.-.
È altrettanto denaro che mancherà alle famiglie per stimolare il consumo interno.
È urgente ridare alla popolazione il frutto del suo lavoro e che lo Stato la smetta di attingere costantemente alle sue tasche.
Anche le imprese sono colpite dall’aumento e dalla creazione di tasse. È vitale non diminuire, tramite nuovi prelievi e costi, la loro competitività.
E compete anche allo Stato incoraggiare la ricerca e l’innovazione.
L’innovazione è il motore dello sviluppo economico. La Svizzera, con i suoi elevati costi di produzione, il suo piccolo mercato interno e la sua mancanza di materie prime, è totalmente dipendente dall’innovazione. Quest’ultima ha perciò particolarmente bisogno di condizioni-quadro vantaggiose per potersi sviluppare.
Per mantenere un elevato livello d’innovazione e di ricerca nel nostro paese, abbiamo bisogno di manodopera ben formata, di un basso livello di regolamentazioni, di un contesto fiscale competitivo, di stabilità politica e della protezione della proprietà intellettuale.
Vedete quindi che solo l’UDC si batte per aumentare la libertà imprenditoriale e contro la moltiplicazione delle leggi e dei divieti che ostacolano le nostre imprese.
Noi dobbiamo impegnarci per la qualità svizzera e batterci per delle condizioni-quadro competitive, unico modo per preservare l’impiego in Svizzera.