Riunito oggi (01.11.2019) a Glattfelden (ZH), il comitato di UDC Svizzera ha deciso di sostenere un eventuale referendum contro un congedo paternità imposto dallo Stato e finanziato dalla collettività. Ha inoltre fatto un bilancio delle elezioni federali 2019 e adottato all’indirizzo dell’assemblea dei delegati di domani le sue parole d’ordine concernenti le votazioni del prossimo febbraio.
Il congedo paternità, approvato dal Parlamento federale durante l’ultima sessione autunnale, costa in totale più di un miliardo di franchi all’economia e ai contribuenti svizzeri. Rispettando la sua parola data dopo le elezioni, l’UDC combatte con determinazione nuove imposte e tasse. Il comitato di UDC Svizzera ha perciò deciso, in occasione della sua riunione odierna a Glattfelden (ZH), di sostenere un eventuale comitato che lanciasse un referendum contro questo costoso congedo paternità imposto dallo Stato. Poiché questo progetto costerebbe caro soprattutto alle piccole e medie imprese, il comitato dell’UDC è allibito nel constatare che né l’Unione svizzera delle arti e mestieri, né l’Unione padronale, prevedano di lanciare il referendum.
Retrospettiva delle elezioni 2019
Il comitato dell’UDC ha fatto un primo bilancio delle elezioni federali 2019. L’UDC rimane certamente di gran lunga il primo partito svizzero con il 25,6% dei suffragi, ma ha comunque subito delle gravi perdite. La direzione del partito presenterà perciò, entro il mese di gennaio 2020, un rapporto circostanziato delle cause di questo insuccesso, proponendo dei correttivi. Concretamente, si tratterà di identificare e analizzare, di concerto con le sezioni cantonali, gli errori commessi.
Il comitato dice due volte NO
Il 9 febbraio, le Svizzere e gli Svizzeri voteranno sull’iniziativa popolare «Più abitazioni a prezzi accessibili» e su un’estensione della norma penale contro il razzismo. Il comitato, all’unanimità, invita l’assemblea dei delegati, che si terrà domani (02.11.2019) a Niederglatt (ZH), a respingere entrambi i progetti. Esso s’oppone all’iniziativa popolare, perché costituisce un grave attentato al libero mercato e perché la sua realizzazione esigerebbe milioni di franchi dei contribuenti per sovvenzionare la costruzione di alloggi. Quanto al progetto di estendere il campo d’applicazione della norma penale antirazzista, esso nuoce alla democrazia, perché la sua formulazione vaga potrà facilmente prestarsi ad abusi per far tacere degli avversari politici sgraditi. Questa riforma non porta in ogni caso a niente, perché la Costituzione federale protegge già tutti gli abitanti della Svizzera da discriminazioni di qualsiasi sorta.