La libertà non dovrà mai più essere limitata così pesantemente!
L’UDC ha presentato una chiara strategia per combattere la pandemia di COVID-19 già nel marzo 2020. Se il Consiglio federale l’avesse seguito, i massicci danni sociali, sanitari ed economici sarebbero stati evitati. Le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini non devono più essere limitati a tal punto.
Certo, la situazione non era facile. All’inizio della pandemia di Covid-19, la scorsa primavera, la situazione era incerta. In particolare, non c’erano dati affidabili su quanto fosse realmente pericoloso il nuovo virus. Tuttavia, era già evidente a quel tempo che c’erano grandi differenze nei gruppi a rischio. Le persone anziane e quelle con condizioni preesistenti sono particolarmente colpite. I giovani e i bambini, invece, se subiscono delle conseguenze sono lievi.
Dopo una sobria analisi della situazione, l’UDC è stato il primo e unico partito a presentare una chiara strategia per affrontare la pandemia il 31 marzo 2020. Questo includeva due richieste fondamentali: In primo luogo, i gruppi a rischio dovevano essere protetti in modo coerente. E in secondo luogo, il resto della popolazione doveva essere in grado di poter continuare a vivere e lavorare il più liberamente possibile aderendo ai concetti di protezione.
Misure sproporzionate da parte del governo
Il Consiglio federale, guidato dal responsabile della sanità Alain Berset, invece, ha agito prima con troppa esitazione e poi ha completamente esagerato. Nel mese di febbraio 2020, per esempio, il medico capo dell’esercito aveva messo in guardia il Consiglio federale sul virus, invano. Le misure di blocco erano completamente sproporzionate. Il rinomato virologo John Ioannidis della Stanford University ha recentemente sottolineato in un’intervista che le conseguenze delle misure contro il virus sono state molto più devastanti delle conseguenze del virus stesso.
Con una strategia coerentemente orientata alla protezione dei gruppi a rischio, come delineata dall’UDC, il danno incommensurabile in termini sociali, sanitari ed economici – insieme al deficit record e all’enorme nuovo debito pubblico – si sarebbero potuti evitare.
Tuttavia, la pressione dell’UDC ha avuto un effetto: grazie al nostro partito, per esempio, le stazioni sciistiche sono rimaste aperte, i lavoratori e gli artigiani hanno potuto avere un pasto caldo nei ristoranti in inverno, e la chiusura dei negozi e dei centri commerciali questa primavera è durata solo sei settimane (dal 18 gennaio al 1° marzo 2021).
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nel frattempo, si è distinto soprattutto per i suoi errori e le sue disavventure. Si va dal tira e molla sull’obbligatorietà delle mascherine, il pasticcio con l’approvvigionamento dei vaccini, la mancata attuazione della strategia di test e i continui errori sui dati epidemiologici.
Ora bisogna trarre le giuste lezioni dal caos nella gestione della crisi da parte del Consiglio federale e dell’UFSP. Le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini non devono mai più essere limitati a tal punto! E una società a due livelli deve essere evitata a tutti i costi. Per contro, i gruppi a rischio devono essere coerentemente protetti, assicurando allo stesso tempo la massima libertà al resto della popolazione.