La riforma fiscale tutela i posti di lavoro e la nostra prosperità. Grazie ad essa i cantoni possono abolire gli statuti fiscali speciali rimanendo attrattivi sul piano economico.
Circa 24’000 imprese internazionali, che contano tra 135’000 e 175’000 dipendenti beneficiano oggi nei cantoni di regimi fiscali speciali. Queste imprese appartengono a gruppi stranieri, ma anche svizzeri, e svolgono un ruolo importante per l’economia del nostro paese e per le entrate fiscali. Esse generano praticamente il 50% delle spese private per la ricerca e lo sviluppo (R&S). Numerose PMI svizzere beneficiano della presenza di questi gruppi internazionali, di cui sono i fornitori diretti o indiretti in beni e servizi. Benché queste società rappresentino soltanto circa il 7% del totale delle imprese in Svizzera, le imprese che hanno uno statuto fiscale speciale contribuiscono per quasi la metà alle entrate dell’imposta federale diretta (IFD) sull’utile. In totale, queste società pagano circa 5,3 miliardi di franchi di IFD.
Grazie a queste regole speciali, la fiscalità svizzera delle imprese è oggi attrattiva e genera importanti introiti fiscali. Ma il nostro sistema non è più ammesso a livello internazionale. La Svizzera si è dunque impegnata, nei confronti dell’Unione europea e dell’OCSE, ad adeguarlo. È l’obiettivo della terza riforma dell’imposizione delle imprese (RI Imprese III). Si tratta di fare in modo che il nuovo sistema sia ancora competitivo e che continui ad essere fiscalmente produttivo.
I delegati hanno infine sostenuto questa terza riforma delle imprese con 336 voti contro 2 e 2 astensioni.