Giornale del partito UDC-Parlar chiaro settembre 2021

Niente soldi dei contribuenti ai gruppi mediatici multimilionari

Giornali, radio, televisione e piattaforme online riceveranno 150 milioni di franchi di tasse all’anno. Sono soprattutto i ricchi editori che ne beneficerebbero. Perciò, firmate ora il referendum contro la legge federale relativa al pacchetto di misure a favore dei media.

Il Consiglio federale e il Parlamento vogliono sostenere “direttamente” i media con 150 milioni di franchi all’anno, se il Sovrano non lo impedirà alle urne. Questo sostegno politico è un po’ umiliante per gli editori, soprattutto perché si basa su un errore di valutazione relativo al compito dei media e sulla natura dell’economia di mercato. Non è accettabile che lo Stato intervenga laddove i consumatori scompaiono. E non deve accadere che la stampa perda la sua funzione di cane da guardia indipendente e si arrenda – legata al guinzaglio dallo Stato – a una comoda rendita stabile. Anche termini altisonanti come “migliorare le condizioni quadro”, “rafforzare la diversità dell’offerta nelle regioni” e “mantenere l’indipendenza” non nascondono questo triste ruolo futuro dei media.

La legge avvantaggia le offerte online della sinistra

Sotto la guida della responsabile socialista dei media Simonetta Sommaruga (PS), è stato redatto un progetto di legge sotto forma di legge sulle sovvenzioni ai media della quale ne beneficiano soprattutto principalmente le offerte online che tendono ad essere di sinistra. Naturalmente, gli editori liberi come quelli della Robinvest AG di Christoph e Rahel Blocher sono esclusi dal sussidio, anche se riferiscono ampiamente sulle loro rispettive regioni. Questi editori non saranno di certo felici. L’unica cosa certa è che la promozione di alcuni significa sempre una discriminazione di altri. La promozione indiretta dei media attraverso la consegna postale scontata che è stata praticata fino ad ora diventerà in futuro una “promozione” diretta delle redazioni e dei contenuti. Le scuole di giornalismo sono sovvenzionate a tal punto che non si può non parlare di nazionalizzazione.

Sono soprattutto gli editori ad alta tiratura a beneficiare dei sussidi previsti per i media. Sono stati loro a premere fortemente sul Parlamento a Berna affinché la legge venga approvata. Negli ultimi decenni, i grandi gruppi mediatici hanno acquistato spietatamente i giornali regionali più piccoli, sempre riferendosi all’economia del mercato. Con le nuove sovvenzioni ai media, sono soprattutto i gruppi mediatici monopolistici ad essere promossi. Una parte considerevole dei proventi milionari delle tasse finisce nelle tasche delle famiglie editoriali Coninx, Ringier o Wanner. Secondo Bilanz, le famiglie Coninx e Ringier hanno un patrimonio di quasi un miliardo e anche i Wanner in Argovia sono molto ricchi.

Tutto questo si basa sulla performance e ci si deve congratulare con loro. Ma è anche ripugnante per noi comuni cittadini se tanto denaro statale sparirà in futuro nelle tasche di questi grandi editori. Va da sé che agli editori e ai professionisti dei media piace accaparrarsi il denaro dello Stato. Perché la maggior parte dei giornalisti sono già di sinistra. E la maggior parte degli editori sono disposti a diventarlo vedendo le casse dello Stato aperte.

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Circa l‘autore
UDC Consigliere nazionale (ZH)
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