Non creiamo dipendenze: NO al pacchetto di finanziamento dei media
Il pacchetto per la promozione dei media vuole aumentare i sussidi annuali agli editori dagli attuali 136 milioni a 287 milioni di Franchi. Inoltre, c’è un nuovo orientamento: in futuro, il settore online sarà regolato e si va verso i sussidi diretti ai media. Tutto ciò è veleno per la democrazia e deve essere impedito alle urne il 13 febbraio.
Non sorprende che gli editori accolgano con favore il pacchetto di misure a loro favore del Governo federale. Si prospetta un vero e proprio colpo di fortuna. Meno per i contribuenti, che subiranno le enormi conseguenze finanziarie della legge sulla promozione dei media :
- nella legge sulle poste, i contributi per la riduzione delle tariffe postali per il recapito di giornali e riviste in abbonamento e per gli enti associativi e le fondazioni saranno aumentati da 50 a 80 milioni di Franchi. Inoltre, le consegne del mattino presto e della domenica saranno sovvenzionate dallo Stato per un importo di 40 milioni di Franchi all’anno.
- Nella legge sulla radiotelevisione, le quote di canone per le stazioni radio e le TV private saranno aumentate dall’attuale 4-6% al 6-8%. Ciò significa un aumento degli importi annuali da 81 a 109 milioni di Franchi. Inoltre, saranno destinati più fondi a misure generali di promozione dei media (formazione, agenzie di stampa
, editoria informatica, ecc.) - La nuova legge federale sulla promozione dei media online prevede contributi annuali di 30 milioni di Franchi a sostegno dei portali online a pagamento che soddisfano i criteri prescritti dalla legge.
Questi flussi finanziari sono pericolosi. I sussidi rappresentano da sempre il punto di ingresso per le esigenze dello Stato. La disputa tra l’Ufficio Federale delle Comunicazioni e le emittenti locali TeleBärn e Tele Ostschweiz sul contenuto dei loro servizi parla chiaro. Non solo, i sussidi creano dipendenze finanziarie. Chiunque abbia seguito gli eventi in Austria sa che il finanziamento statale non rafforza l’indipendenza, ma ha l’effetto opposto. Anche i commenti del CEO di Ringier Marc Walder sulla copertura della pandemia da parte dei media del gruppo danno adito a sospetti.
L’affermazione che i sussidi rafforzino l’indipendenza deriva da una visione di sinistra di un’economia pianificata. Per la sinistra queste aziende sarebbero indipendenti perché non devono preoccuparsi delle entrate pubblicitarie e della soddisfazione dei clienti, tutto ciò grazie ai fondi statali. La democrazia e l’economia di mercato vivono, per contro, grazie alla concorrenza.
Le sovvenzioni previste per i media non rafforzano le piccole imprese editoriali nelle regioni. La maggior parte dei fondi andrà alle grandi case editrici. Anche grandi testate giornalistiche come il Tages-Anzeiger, il Blick o la NZZ beneficeranno dei sussidi.
Conclusione: votiamo NO il 13 febbraio. Salvaguardiamo la concorrenza economica – memori del fatto che anch’essa è fondamentale per una democrazia basata sulla pluralità, specialmente nel settore dei media.