Beat Jans e i suoi funzionari camuffatori

Maggiore sicurezza per la Svizzera. Durante la sua riunione a Wimmis (BE), il comitato centrale dell’UDC Svizzera ha fatto chiarezza: la criminalità straniera deve essere chiamata con il suo nome e l’«Iniziativa Servizio civico» mina la leva militare svizzera.

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In cosa consiste l’iniziativa «Servizio civico», su cui si voterà il 30 novembre 2025? Secondo i promotori dell’iniziativa, tutte le donne e i giovani dovrebbero prestare un «servizio alla società», sia nei vigili del fuoco, nell’amministrazione o nelle ONG. A prima vista sembra una proposta moderna ed equa. Ma ciò comprometterebbe ulteriormente il servizio militare obbligatorio in Svizzera. Questa iniziativa indebolisce il nostro esercito e mette a rischio la sicurezza del nostro Paese: la nostra sicurezza non deve essere messa in concorrenza con i progetti sociali. Il comitato esecutivo del partito raccomanda all’unanimità di respingere l’iniziativa «Servizio civico». La decisione è stata presa dal comitato esecutivo del partito.

La criminalità straniera deve essere nascosta?
Negli ultimi cinque anni la criminalità in Svizzera è aumentata del 30%. Il 73% dei detenuti nelle carceri svizzere è di origine straniera. I richiedenti asilo, i clandestini, i turisti criminali e alcune nazionalità sono fortemente sovrarappresentati. E cosa fa il ministro della giustizia competente Beat Jans? I suoi funzionari volevano vietare alle polizie cantonali di continuare a utilizzare il colore della pelle nel sistema di ricerca nazionale. L’UDC si è opposta con successo a questo divieto in Parlamento. Il consigliere nazionale Pascal Schmid, responsabile della politica migratoria e di asilo dell’UDC Svizzera, parla chiaro: «Invece di combattere la criminalità importata, si vuole nasconderla». Il comitato esecutivo dell’UDC Svizzera ribadisce: la criminalità straniera deve essere chiamata con il suo nome, il che include anche la menzione del colore della pelle e della nazionalità dei criminali sospettati.

No all’azione arbitraria a Gaza
L’UDC respinge con fermezza l’arrivo di 20 bambini provenienti da Gaza, accompagnati da quattro persone ciascuno. Si tratta di un’iniziativa arbitraria, intrapresa autonomamente dai consiglieri federali Beat Jans (PS), Elisabeth Baume-Schneider (PS) e Martin Pfister (Il Centro). È prevedibile che questo centinaio di persone chiederà asilo in Svizzera e otterrà almeno un «riconoscimento provvisorio». Ciò significa che queste persone non solo rimarranno in Svizzera per sempre, ma potranno anche far venire altri membri della loro famiglia. Per la nostra popolazione questa azione rappresenta un enorme rischio per la sicurezza, tanto più che a Gaza non è possibile distinguere tra i terroristi di Hamas e la popolazione civile.

Il responsabile della difesa parla alla direzione del partito
Su invito dell’UDC Svizzera, Urs Loher, responsabile dell’armamento dell’esercito svizzero, ha tenuto una relazione al comitato esecutivo del partito. Nella sua analisi ha evidenziato che in Svizzera viviamo in un’«illusione di sicurezza». L’attuale stato dell’esercito non consente di proteggere la popolazione. «È quindi ancora più importante investire in modo significativo nella sicurezza, e farlo subito». Oltre a diversi sistemi d’arma, ciò comprende anche l’acquisto dell’F-35. Il caccia da combattimento non è il problema, ma parte della soluzione. In conclusione, Urs Loher ha invocato la creazione di un’industria degli armamenti in grado di difendere la Svizzera: «La vera sovranità significa capacità di resistenza. Capacità di resistenza significa produzione propria, magazzini propri, industria propria».

Al termine della riunione, a Wimmis si è tenuto un incontro dell’UDC con la popolazione. Sulla piazza della stazione, il comitato esecutivo del partito, i rappresentanti eletti e il consigliere federale Guy Parmelin hanno incontrato la popolazione locale per uno scambio informale.

 
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