Comunicato stampa

L’UDC chiede che il Consiglio federale si distanzi dal Patto ONU per i rifugiati

Il gruppo parlamentare UDC respinge sia il Patto dell’ONU per i rifugiati, sia il Patto dell’ONU per le migrazioni. Le due convenzioni sono estremamente problematiche e imporrebbero un cambiamento completo della politica d’asilo svizzera.

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Secondo il gruppo UDC, il Patto dell’ONU per i rifugiati comporta tanti punti altamente problematici quanti il Patto dell’ONU per le migrazioni. Questa convenzione, detta “soft law”, intende per esempio estendere  l’attuale concetto di rifugiato alle persone che fuggono dal loro paese per motivi climatici. Essa comporta inoltre un programma di spostamento di popolazioni a livello mondiale. La politica d’asilo praticata attualmente dalla Svizzera non avrebbe più ragione d’essere. Per questa ragione, e anche di fronte all’enorme afflusso di migranti economici, l’UDC s’oppone categoricamente a questi programmi di spostamento. Essa invita perciò il Consiglio federale a distanziarsi chiaramente da queste due convenzioni dell’ONU.

I parlamentari UDC si sono inoltre pronunciati a favore del mantenimento delle regioni per i premi dell’assicurazione malattia, sistema sperimentato. Essi sostengono quindi la mozione corrispondente della commissione sanitaria del Consiglio degli Stati. La nuova delimitazione delle regioni proposta dal Consiglio federale comporterebbe dei forti aumenti delle spese per gli abitanti delle regioni che attualmente beneficiano di premi vantaggiosi. Infatti, gli abitanti delle campagne sarebbero costretti, in maniera totalmente ingiusta, a sovvenzionare le popolazioni urbane che usufruiscono maggiormente di prestazioni sanitarie facendo così lievitare i costi.

Il gruppo UDC s’oppone chiaramente alla revisione del diritto delle società anonime, perché le modifiche che vorrebbe apportarvi la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati nuocerebbero alle imprese. Questa commissione ha infatti cancellato degli sgravi favorevoli alle imprese, che sono standard in altri paesi e che il Consiglio nazionale ha accettato a forte maggioranza. Non restano così più che delle disposizioni ostili alle imprese, come le quote di genere, le prescrizioni di pubblicazione e diverse scadenze, per non citare che qualche esempio.

L’UDC è certamente dell’avviso che il diritto delle società anonime debba essere modernizzato e che l’iniziativa contro le retribuzioni abusive approvata dal popolo debba essere applicata. Ma è per contro inaccettabile che si approfitti di questa occasione per imporre subdolamente delle prescrizioni che oltrepassano di gran lunga l’obiettivo mirato inizialmente. Questa riforma è oggi chiaramente ostile all’economia, perché pregiudica la certezza del diritto, provoca degli oneri amministrativi e indebolisce le imprese imponendo loro dei costi non ancora quantificabili.

 
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