L’UDC si rallegra della decisione del Consiglio federale di non partecipare all’adozione formale del Patto ONU per le migrazioni a Marrakech e di attendere l’esito del dibattito parlamentare prima di prendere definitivamente posizione su questa convenzione. Questo voltafaccia del governo è il risultato della pressione esercitata dall’UDC e si spiega anche con l’imminenza della votazione sull’iniziativa per l’autodeterminazione. Detto questo, il Consiglio federale si riserva sempre la possibilità di prendere lui solo la decisione finale in merito a questo patto.
Il Consiglio federale ha infatti annunciato oggi di essere sempre convinto dell’utilità del Patto per le migrazioni e di non ammettere che il Parlamento possa decidere l’approvazione o il rifiuto di questa convenzione. È già molto se permette al Parlamento di partecipare a questa riflessione. In altre parole, il Parlamento ha il diritto di parlare del Patto per le migrazioni, ma non quello di decidere in merito allo stesso. E ciò, nonostante che l’obiettivo di questo patto sia, né più né meno, l’introduzione di una libera circolazione delle persone a livello mondiale.
L’UDC invita il Consiglio federale a presentare il Patto per le migrazioni al Parlamento nella forma di decreto sottoposto a referendum. Il popolo svizzero deve poter decidere se vuole accettare un’immigrazione illimitata di migranti economici, per esempio provenienti dall’Africa.
Il miglior modo di proteggersi contro questa arroganza del governo è di dire SÌ il prossimo 25 novembre all’iniziativa per l’autodeterminazione. È il solo modo di garantire che il popolo mantenga l’ultima parola in affari di tale importanza.