Con l’apertura oggi della sessione parlamentare straordinaria, il Consiglio federale deve abrogare il diritto d’urgenza. Parallelamente, deve, nella prospettiva di un’eventuale seconda ondata della pandemia, accelerare la messa in atto di un dispositivo di prevenzione delle crisi, cosa che è stata manifestamente trascurata finora. Il gruppo UDC esige inoltre dal governo che procuri al paese il materiale di protezione necessario a un costo più vantaggioso. Esso si oppone con determinazione a tutte le proposte che mirano ad aumentare gli aiuti finanziari a fondo perso o che costringono i proprietari a rinunciare alle pigioni.
In reazione alla pandemia di coronavirus, il Consiglio federale ha imposto, il 16 marzo 2020, il diritto d’urgenza, conformemente alla legge sulle epidemie, prendendo nella stessa occasione delle decisioni grevi di conseguenze. Si trattava in realtà di gravi attentati alla libertà dei cittadini e di interventi massicci nella vita economica. Il regime statale ordinario e i princìpi dello Stato di diritto sono stati abrogati in ampia misura. Per attenuare i danni che ne sono risultati per l’economia, in particolare le perdite di reddito e il calo della cifra d’affari, il Consiglio federale ha deciso di versare degli indennizzi per un importo di oltre 60 miliardi di franchi.
Se il Parlamento decidesse di aumentare questa somma durante la sessione straordinaria, il gruppo UDC rifiuterebbe il credito globale nel voto finale. Con l’apertura di questa sessione straordinaria, il Parlamento riprende il suo lavoro. È dunque giunto il momento, per il Consiglio federale, di abrogare immediatamente il diritto d’urgenza e di ristabilire l’ordine costituzionale ordinario.
Non scialacquare il denaro dei contribuenti negli acquisti di materiale di protezione
Nella prospettiva di un’eventuale seconda ondata della pandemia, il gruppo UDC invita il Consiglio federale ad accelerare la messa in atto di un dispositivo di prevenzione delle crisi, cosa che è stata manifestamente trascurata finora. Bisogna certamente dotare la Svizzera di materiale sanitario e di protezione, ma risparmiando il denaro dei contribuenti. Attualmente, il Consiglio federale ha l’intenzione di spendere la somma spropositata di due miliardi di franchi per acquistare, peraltro tardivamente (!), maschere e indumenti di protezione, apparecchi respiratori, disinfettanti, test e altri prodotti necessari. L’UDC propone che il governo sia invitato a cercare offerte più vantaggiose.
Il Consiglio degli Stati esamina probabilmente oggi la 20.3161 «pigioni commerciali» della Commissione dell’economia. Questo Progetto dà allo Stato la competenza di obbligare i proprietari a rinunciare alle pigioni. L’UDC si oppone con vigore a questa proposta. Tale legge costituirebbe, né più né meno, che un gravissimo attacco al diritto alla proprietà privata garantito dalla Costituzione federale. In ogni caso, esigerebbe una modifica della Costituzione, e quindi una votazione popolare.