Il PPD e il PLR hanno ancora una volta fatto causa comune con la sinistra per impedire che sia vietato ai rifugiati di recarsi nei loro paesi d’origine. L’UDC è delusa di questa decisione che incoraggia i migranti economici ad abusare del diritto d’asilo svizzero.
Invece di semplicemente vietare ai rifugiati riconosciuti di recarsi nei loro paesi d’origine, il Consiglio federale ha adottato una norma “soft” che spalanca le porte agli abusi. In teoria, i rifugiati riconosciuti beccati mentre si recano nella loro patria, rischiano di perdere il loro statuto. Tuttavia, se riescono a far credere alle autorità svizzere che non si sono recati volontariamente nel loro paese, non rischiano nulla. In altre parole, basta loro inventare una buona scusa per trascorrere tranquillamente delle vacanze nel loro paese, mentre dispongono dello statuto di rifugiato in Svizzera.
L’UDC si batte contro questa regolamentazione e chiede che sia severamente proibito ai rifugiati e ai richiedenti l’asilo recarsi nei loro paesi d’origine. Inizialmente, anche il PLR e una parte del PPD sostenevano questo principio. Ma oggi hanno aiutato la sinistra nella procedura d’eliminazione delle divergenze, affossando la proposta UDC che chiedeva un divieto puro e semplice. È sempre la stessa cosa: il PLR e il PPD mettono la freccia a destra per poi svoltare a sinistra.