L’Ufficio della Direzione del partito UDC Svizzera ha deciso, grazie al sostegno di diverse associazioni e imprese, di lanciare un referendum contro la disastrosa legge sull’energia. Provocando dei costi di oltre 200 miliardi di franchi, questo progetto legislativo irresponsabile interviene massicciamente in tutti i settori della vita e nella vita stessa di ogni individuo. Esso impone, in particolare alle generazioni future, degli oneri enormi. È perciò indispensabile che le cittadine e i cittadini, i locatari, i proprietari di immobili, gli automobilisti e le PMI possano prendere posizione di fronte a un aumento così massiccio degli oneri di sostentamento e del costo della vita.
Chi pagherà i 200 miliardi che costa la legge sull’energia?
Questa revisione della legge sull’energia è la punta avanzata di un progetto interventista di un’ampiezza mai vista in Svizzera. Nessun progetto presentato finora aveva per obiettivo di modificare così drasticamente il modo di vita della popolazione, quanto la Strategia energetica 2050 e i suoi pacchetti di misure. Si sta tentando oggi di far digerire al popolo un’economia pianificata di stampo socialista che costa più di 200 miliardi, ostile alla proprietà privata e altamente sovvenzionata. Il colmo è che questa follia non è finanziata dai grandi gruppi industriali, ma dai semplici cittadini e dalle piccole e medie imprese (PMI) che costituiscono la spina dorsale della nostra economia.
3’200 franchi di costi supplementari annui per famiglia
Tassa |
Costi supplementari |
Consumo annuo |
Fr. |
Elettricità |
+ 3 ct. / KWh RPC[1] |
5000 KWh |
Fr. 150.- |
Olio di risc. |
+ 67 ct. / litro[2] |
3000 litri |
Fr. 2’010.- |
Carburanti |
+ 26 ct. / litro |
20’000 km[3] |
Fr. 416.- |
Consumo |
Aumento dei prezzi dei prodotti[4] |
|
Fr. 650.- |
|
Costi suppl. minimi/anno/famiglia di 4 persone |
Fr. 3’200.– |
La maggior parte degli effetti menzionati sopra ha in comune il fatto di non prodursi immediatamente. La gran parte delle nuove tasse e prelievi, come il raddoppio del prezzo dell’olio da riscaldamento o i 26 centesimi in più per litro di carburante, diventerà realtà solo nella seconda o addirittura nella terza fase di questo progetto. Ed è proprio questo l’aspetto più pericoloso di questa legge che prepara il terreno alle misure restrittive statali future. Le limitazioni del consumo d’energia e gli obblighi di risparmio energetico figurano già nella nuova legge, come anche le regole di produzione emanate dallo Stato per le energie rinnovabili, la forza solare ed eolica. Queste disposizioni derivanti dalla più pura economia pianificata, danno al Consiglio federale la competenza di proporre nuove misure coercitive per limitare ancora di più il modo di vita della popolazione, ma anche le attività dell’economia.
Più dipendenza dall’estero, più Stato e più tasse
E cosa rivevono le cittadine e i cittadini, i proprietari di immobili, i locatari e gli artigiani in contropartita di questi costi enormi? Una pesante e inefficace macchina per sovvenzionare a colpi di miliardi la forza solare ed eolica, ma che sarà comunque incapace di compensare l’assenza di elettricità proveniente dalle centrali nucleari, e che verosimilmente non lo sarà neppure in futuro. Una maggiore dipendenza dall’estero nel settore energetico, un aumento
delle importazioni e una sicurezza d’approvvigionamento compromessa. Degli attentati al diritto di proprietà e alla libertà individuale tramite l’obbligo di effettuare dei risparmi e con delle regole di consumo. Il divieto di fonti energetiche come il petrolio (divieto dei riscaldamenti a olio a partire dal 2029) e rincaro dei veicoli che producono maggiori emissioni. Degli interventi tanto meno ammissibili in quanto un contesto economico di stagnazione.
Bisogna pure impedire altre misure coercitive, come pure l’aumento di tasse esistenti o addirittura l’introduzione di tasse nuove, evitare una diminuzione della prosperità a causa di un aumento del costo della vita e una perdita di posti di lavoro a seguito della crescita dei costi di produzione delle aziende.
Meno protezione del clima e del paesaggio
La nuova legge sull’energia compromette anche la protezione del clima e del paesaggio. Rifiutando di rimpiazzare le sue centrali nucleari che producono l’indispensabile elettricità a nastro, la Svizzera dovrà aumentare in inverno e la notte le sue importazioni di corrente elettrica prodotta a partire dal carbone e dal gas. L’assenza di centrali nucleari ostacolerà anche la sostituzione delle energie fossili, facendo difetto l’elettricità, in quanto agente energetico di sostituzione, a causa del calo della produzione. Sarà perciò ancora più difficile raggiungere gli obiettivi climatici fissati dal Consiglio federale – un’opportunità mancata per la protezione dell’ambiente.
Anche la protezione del paesaggio è colpita dalla legge sull’energia. Le disposizioni di questa legge danno quasi un assegno in bianco al Consiglio federale per realizzare in tutti i posti ancora intatti del paese, addirittura nelle zone protette, dei progetti energetici. Migliaia di giganteschi impianti eolici distruggeranno i paesaggi intatti delle nostra pianure e delle nostre montagne – a scapito della fauna e degli esseri umani.
Gruppi d’interesse comprati
Tenuto conto di questa valanga di effetti negativi sull’economia, la popolazione e la qualità di vita, è sorprendente che qualche grande organizzazione economica non sia disposta a sostenere il referendum. Ciò è ancora più deplorevole se si osservano le grandi linee e le conseguenze future di questo progetto. Ma se diverse organizzazioni e associazioni d’interesse rifiutano di vedere la totalità degli effetti, è semplicemente perché sono state comprate nel corso dei dibattiti parlamentari.
Grazie a degli zuccherini sotto forma di sovvenzioni come “l’indennità di decesso” per la forza idrica o il massiccio aumento della RPC per i piccoli produttori di energia, come pure degli sgravi fiscali per i proprietari di immobili, ma anche per i grandi gruppi industriali, la Confederazione è riuscita a unire dietro di sé certi gruppi d’interesse, ben sapendo che le nuove tasse e imposte non ancora iscritte in questa legge, seguiranno al più tardi nella seconda fase.
Per una politica energetica responsabile
Prima e durante i dibattiti nelle commissioni e in parlamento, l’UDC s’è battuta per una politica energetica finanziariamente sostenibile, sicura e rispettosa dell’ambiente. La Svizzera avrà in futuro bisogno di tutte le sue fonti energetiche per garantire la sicurezza del suo approvvigionamento. Le discriminazioni ideologiche di certe fonti energetiche devono essere rifiutate, come pure la messa in funzione di una mostruosa macchina per sovvenzionare e di misure coercitive statali contro la popolazione e l’economia.
SÌ al referendum contro la legge sull’energia
Il comitato apartitico contro la legge sull’energia rifiuta di partecipare a questa politica clientelare a scapito delle PMI e di gran parte della popolazione. Praticare una politica di destra significa difendere la responsabilità individuale e la libertà, dunque una politica tipicamente svizzera. Un progetto che prevede così tante restrizioni e che impone dei costi tanto elevati alla popolazione deve assolutamente essere sottoposto al popolo. Il referendum ci dà questa possibilità – cogliamola.
Il comitato può finora contare sul sostegno delle associazioni e organizzazioni seguenti:
I formulari per la raccolta delle firme possono essere ordinati a partire da martedì 11 ottobre 2016: www.legge-energia-no.ch
[1] In più della tassa attuale di 1,5 ct. per KWh.
[2] In più della tassa attuale di 22 ct. per litro di olio da riscaldamento
[3] Consumo di 8 litri / 100km.
[4] Aumento dei prezzi dell’1% calcolato sulla base delle spese di consumo medie di un’economia domestica (5437 franchi al mese)