Editoriale

L’esplosione dei costi della salute può essere arrestata solo dalla cooperazione di tutti gli attori

L’UDC s’impegna a favore della responsabilità individuale in tutti i campi. Il gruppo parlamentare UDC ha tuttavia respinto, durante la sessione primaverile, l’adeguamento all’evoluzione dei costi, della franchigia nell’assicurazione-malattia. Per riprendere il controllo dell’esplosione dei costi nella salute pubblica, tutti gli attori, l’industria farmaceutica, le casse malati, i medici, gli ospedali e i cantoni devono partecipare allo sforzo. Le misure di ridistribuzione reclamate da una sinistra ipocrita non costituiscono certamente una valida soluzione.

Thomas Aeschi
Thomas Aeschi
Direzione del partito Baar (ZG)
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È giunto il momento di ricordare chiaramente gli elementi essenziali di questa faccenda.

Il PS è totalmente accecato dalla sua ideologia. Esso reclama senza tregua nuove prestazioni da parte dello Stato, che le cittadine e i cittadini dovrebbero finanziare con le loro imposte: congedo paternità, congedo parentale, sei settimane di vacanza, settimana di 35 ore, premi dell’assicurazione-malattia proporzionali al reddito, miliardi supplementari per l’aiuto allo sviluppo, eccetera. E non è tutto. I socialisti vogliono anche accogliere tutti i migranti, senza controllo alcuno, integrarli a spese dello Stato, offrire loro delle cure mediche complete, versare loro delle prestazioni sociali a vita, un reddito di base incondizionato, tutto ciò a carico delle cittadine e dei cittadini che tutte le mattine devono rimboccarsi le maniche per guadagnarsi la vita o che hanno lavorato duramente fino al loro pensionamento.

Oggi, il PS si lamenta a gran voce – come fa da anni – di fronte a un sistema sanitario mal concepito, ma così voluto dalla sinistra. Ricordiamo, infatti, che questa legge totalmente inadatta sull’assicurazione-malattia è stata creata sotto l’egida della consigliera federale socialista e sindacalista Ruth Dreifuss. Ma la sinistra non fu la sola a salutare con piacere questa assicurazione-malattia uniforme e obbligatoria per tutti gli abitanti della Svizzera. Anche il PLR e il PPD esultarono a quell’epoca davanti a questo mostro di pianificazione statale in salsa socialista preparato nella cucina della signora Dreifuss.

Un solo partito disse NO a quell’epoca, predicendo esattamente – sì, esattamente – ciò che sarebbe successo.  L’UDC fu la sola a combattere questo Moloch, perché sapeva che avrebbe inevitabilmente provocato un’esplosione dei premi, nonché dei problemi enormi nei rapporti fra fornitori di prestazioni mediche e terzi paganti. Gli altri partiti, che oggi piangono ipocritamente di fronte all’aumento dei premi, accusarono allora l’UDC di mentire.

Sono loro che ci hanno imposto questa legge sull’assicurazione-malattia, il PS in testa, che oggi è quello che si lamenta più di tutti di fronte a questo enorme errore legislativo e che reclama a gran voce una medicina ancor più statalizzata. Ci si renda ben conto dell’ampiezza del disastro cui la sinistra e i suoi complici ci hanno condotto: invece di proteggere, come sarebbe stato il suo scopo iniziale, le persone malate dal rischio di cadere in povertà, sono oggi dei premi mostruosi a impoverire la gente.

E che cosa non abbiamo sentito come scuse e come tentativi d’indorare la pillola di fronte a questo disastro? Nel 1998, la ministra della sanità Ruth Dreifuss osò dichiarare al quotidiano “Blick”: “L’evoluzione dei costi diminuisce di anno in anno.” Un anno più tardi ebbe la faccia di bronzo di aggiungere: “Le misure di riduzione dei costi sono di anno in anno più efficaci.” E nel 2001, non si è fatta scrupoli nell’affermare, sempre nelle pagine del “Blick”: “L’evoluzione dei costi a livello dei prezzi è assolutamente sotto controllo.”

Oggi lo sappiamo; non c’è nulla sotto controllo. Del resto, come controllare un sistema d’assicurazione che offre a ogni immigrante, a ogni richiedente l’asilo, fin dal primo giorno del loro arrivo in Svizzera, il catalogo completo delle prestazioni mediche? E peraltro è evidente: un sistema sociale può funzionare solo con un’immigrazione controllata e grazie alla solidarietà fra le generazioni dei pagatori dei premi.

Un abitante di Dietlikon, nel canton Zurigo, ci ha scritto che i suoi premi di cassa-malati, presso Concordia, per l’assicurazione di base si sono sviluppati come segue:

1960: 4 franchi e 80.
1996: dopo l’introduzione della LAMal: 169 franchi e 50.
2017: 421 franchi e 50.

Niente è sotto controllo!

Gli altri partiti hanno posto lo Stato, che ha concepito questa assicurazione-malattia, fra il medico e il paziente. Una decisione dalle conseguenze fatali! E oggi chiedono all’UDC di partecipare alla raccomandazione di un sistema marcio, adattando la franchigia a carico del ceto medio. L’UDC rifiuta di partecipare a questo gioco. Occorre una riforma globale nella quale tutti gli attori, l’industria farmaceutica, le casse-malati, i medici, gli ospedali e i cantoni partecipino allo sforzo. Che i socialisti e i loro accoliti si assumano una volta tanto la responsabilità della sciagura nazionale LAMal di cui sono i principali istigatori!

Thomas Aeschi
Thomas Aeschi
Direzione del partito Baar (ZG)
 
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