L’iniziativa «per un freno ai costi» porta a una medicina a due velocità ed è un freno alle cure

“C’è il rischio che, a seconda di come verrà attuata, la rigida regola di spesa porti a un razionamento dei servizi e a una medicina a due velocità”. Lo dice il Consiglio federale nel suo messaggio sull’iniziativa de Il Centro «Per un freno ai costi». Alla base c’è un calcolo molto semplice: per restare nei limiti del budget non tutti possono essere curati. Questo significa che solo coloro che saranno in possesso di un’assicurazione privata potranno essere curati, oppure saranno curati coloro che pagano di più.

Paolo Pamini
Paolo Pamini
Consigliere nazionale Lugano (CH) (TI)
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La salute è il nostro bene più prezioso. La cura dei malati non dovrebbe basarsi su rigidi limiti di spesa, ma sui bisogni delle persone. Se l’iniziativa fosse stata attuata nel 2000, un trattamento su tre non sarebbe più coperto dall’assicurazione di base. Ciò è estremamente ingiusto se si considera che i cittadini sostengono già da soli quasi il 60% della spesa sanitaria totale (comprese le franchigie, i premi e le assicurazioni private). Dovrebbero ricevere qualcosa in cambio e non dover aspettare mesi per un trattamento.

È indiscutibile che i costi della sanità devono essere accessibili. Immaginiamo che in un anno i costi, per un certo motivo, aumentino in modo eccessivo. Ci sarebbe uno strumento principale a disposizione per ridurre i costi nel più breve tempo possibile, ed è il razionamento dei servizi. Danovembre in poi, si metterebbe fine alle cure e ci sarebbero tempi di attesa, come già successo in Inghilterra. È nostro dovere garantire che il nostro sistema sanitario sia mantenuto in buone condizioni e che resti accessibile a tutti.

L’iniziativa «per un freno ai costi» de Il Centro è semplicemente un esperimento sulla nostra salute. I ricchi potrebbero ancora far fronte alle spese delle cure, ma i malati della classe media non potrebbero più permettersele. Il risultato? Una medicina a due velocità.

Cosa succede se l’iniziativa viene respinta? Entrerà in vigore il controprogetto indiretto, che prevede soluzioni che non dipendono dall’andamento economico ma da consultazioni con assicuratori, assicurati, cantoni e fornitori di servizi e la definizione di obiettivi per quattro anni. In questo modo, l’evoluzione dei costi sarà limitata, senza che si arrivi a un sistema medico a due velocità.

 

Chi non vuole una medicina a due velocità, il 9 giugno voti NO all’iniziativa «per un freno ai costi»!

Paolo Pamini
Paolo Pamini
Consigliere nazionale Lugano (CH) (TI)
 
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