Uno Stato che non è sovrano nelle sue decisioni, cessa di essere uno Stato. Infatti, lasciare a un altro paese o comunità esterna il compito di decidere per lui, conduce questo Stato a essere assoggettato e dipendente. Sembra perfino impossibile immaginarlo per dei cittadini svizzeri.
Eppure, si constata che, tramite numerose convenzioni o accordi sottoscritti dalle nostre autorità, la Confederazione si lasci mettere a poco a poco la museruola dalla comunità internazionale, con il silenzio o la benedizione di certi nostri giuristi e negoziatori in politica estera. Sempre di più, le nostre decisioni sono subordinate e condizionate dai nostri vicini o da altre comunità internazionali che non conoscono i nostri diritti e vantaggi, e non necessariamente sono a loro favore…
Le specificità elvetiche sono la nostra forza
Quando il cittadino svizzero incontra un cittadino straniero, per esempio europeo, quest’ultimo ci esorta a restare l’esempio unico che rappresentiamo per l’Europa. Non cambiate, ci supplica. I popoli stranieri lasciano alle loro autorità, politici e giuristi il compito di emanare le loro leggi e decisioni, senza che possano reagire in altro modo all’infuori dei movimenti popolari talvolta violenti, degli scioperi o – ed è ancora peggio – non osservando le proprie leggi perché loro non convengono. Da noi a nessuno è permesso ignorare la legge, tuttavia si potrebbe applicare per certi vicini l’adagio: nulla è insensato per chi conosce la legge!
Nel nostro paese, sempre più giuristi e accademici diffidano del popolo, perché è pieno di buonsenso e orgoglioso della sua sovranità grazie alle iniziative. Per loro è insopportabile dover prendere posizione di fronte alle élite internazionali per delle decisioni popolari che peraltro hanno per decenni fatto testo e contribuito a rendere il nostro paese sicuro, rispettato ed economicamente prospero. È urgente far loro capire che il popolo ha l’ultima parola e che intende farsi rispettare. Che sia per la sua sicurezza, per la difesa degli animali, della natura o della piazza finanziaria, se il popolo decide, non si deve poter mettere in discussione la sua decisione con artifici e diktat internazionali!
SÌ all’autodeterminazione il 25 novembre prossimo!