La sinistra chiede a gran voce di essere solidale con le donne iraniane brutalmente oppresse. In Svizzera, invece, accade l’esatto contrario: l’uso del burqa viene difeso con veemenza – l’iniziativa contro il burqa è stata massicciamente osteggiata soprattutto dalle donne di sinistra, mentre il velo è stato sostenuto. Tutto ciò è difficile da battere in termini di ipocrisia e doppia morale.
Sabato scorso, una cosiddetta manifestazione di solidarietà per le donne in Iran ha avuto luogo davanti a Palazzo federale a Berna. La Consigliera Nazionale PS Flavia Wasserfallen ha preso il centro della scena e si è tagliata un ciuffo di capelli davanti alle telecamere in funzione. La solidarietà con le donne in Iran è una cosa ovvia, ha dichiarato Wasserfallen. Anche la Svizzera deve fare di più e adottare le sanzioni dell’UE contro l’Iran. La lotta delle donne iraniane per la “libertà, la democrazia e l’autodeterminazione” deve essere sostenuta, ha detto.
Come promemoria, le proteste in Iran sono scoppiate dopo che una giovane donna è morta sotto la custodia della polizia. Era stata arrestata perché una ciocca di capelli spuntava da sotto il velo. Il burqa e il velo sono un simbolo di oppressione e contro l’uguaglianza delle donne. La violenza e l’umiliazione nei confronti delle donne in Iran è uno scandalo – ma uno scandalo è anche la fasulla e ipocrita solidarietà della nostra sinistra. Perché ciò che denunciano lontano in Iran, lo sostengono qui in questo Paese. Flavia Wasserfallen e i suoi compagni di sinistra si sono opposti con veemenza all’iniziativa per il divieto di dissimulazione del viso, che garantisce proprio quei valori che Wasserfallen propaganda per l’Iran: Libertà, democrazia e autodeterminazione per tutti.
Immigrazione: la sinistra danneggia la Svizzera
Questa politica ipocrita della sinistra è evidente anche nell’immigrazione. Lasciano che tutti entrino nel Paese senza filtri – e chi è qui una volta ottiene il permesso di restare, indipendentemente dal fatto che sia un vero rifugiato o meno. In questo modo creiamo nuclei radicali e promuoviamo l’oppressione delle donne. Se un immigrato di altre culture picchia la moglie in Svizzera, non ci sono proteste da parte della sinistra. Invece, si lamentano con disinvoltura delle “differenze culturali”. Altri Paesi, altre (non) usanze.
E che dire dell’iniziativa sull’immigrazione di massa, che è stata accettata dal popolo ma non attuata dalla maggioranza di centro-sinistra in Parlamento? Non si trattava anche in quel caso di libertà, democrazia e autodeterminazione?
Conclusione: quando si tratta di politica svizzera – cioè quando possiamo fare concretamente qualcosa contro l’oppressione delle donne – la sinistra tradisce i valori che sostiene di avere tanto a cuore. È incredibile nel vero senso della parola: da far rizzare i capelli.