Comunicato stampa

Gruppo parlamentare dell’UDC: nessun trattato di sottomissione con l’UE!

Il Consiglio federale vuole sottomettere la Svizzera all’UE. Lo dice chiaramente il cosiddetto “Common Understanding” che sta alla base del mandato negoziale dell’UE. Il gruppo parlamentare dell’UDC ha dettagliatamente analizzato il documento durante la sua riunione: il previsto accordo di sottomissione con l’UE equivale all’abbandono della Svizzera. Il gruppo parlamentare dell’UDC si opporrà con ogni mezzo a un trattato di sottomissione con l’UE. 

Condividi Stampa articolo

Il Consigliere nazionale Franz Grüter (LU) davanti al gruppo parlamentare dell’UDC ha trovato parole chiari: “Li chiamano Bilaterali III, soluzione pacchetto, accordo di accesso al mercato o al mercato unico, ma in realtà è un trattato di sottomissione in cui la Svizzera diventa una colonia dell’UE“. La cosiddetta “intesa comune” (“Common Understanding”) su cui si basa il mandato negoziale dell’UE mostra chiaramente che i funzionari dell’UE e quelli svizzeri hanno già pre negoziato i punti chiave a porte chiuse. Il Consiglio federale ha quindi già accettato pagamenti regolari di miliardi di franchi all’UE, nonché l’obbligo di adottare dinamicamente (=automaticamente) il diritto dell’UE e di sottoporsi alla Corte di giustizia dell’UE. Si tratta di violazioni esistenziali della nostra Costituzione e di una palese violazione dei valori fondamentali secolari della Confederazione svizzera. “Un simile accordo esautora il popolo svizzero, i Cantoni e il Parlamento“, ha dichiarato Grüter.

Come ha spiegato il professore di diritto Hans-Ueli Vogt al gruppo parlamentare dell’UDC, il previsto accordo UE mira a integrare la Svizzera nel sistema giuridico dell’UE. “Il messaggio dell’intesa comune è chiaro: la Svizzera deve essere allineata “dinamicamente“ al trattato”. Ciò avrebbe conseguenze massicce in quasi tutti gli ambiti della vita quotidiana della popolazione e delle imprese. Per esempio in campo dell’immigrazione. “Dal punto di vista dell’UE, la direttiva europea sui diritti dei cittadini è legata alla libera circolazione delle persone – la Svizzera dovrebbe quindi automaticamente adeguarsi alla direttiva sui diritti dei cittadinidell’UE”.

Ma non è tutto: “L’UE imporrebbe anche ciò che va nel piatto degli svizzeri“, afferma il Consigliere nazionale Pierre-André Page (FR). L’UE vuole rieducare la popolazione attraverso l’aumento delle aliquote IVA. “Nella sua strategia, la Commissione europea non fa mistero del fatto che le persone dovrebbero mangiare principalmente una dieta a base vegetale“, afferma Page. La Commissione europea vuole anche mettere l’ingegneria genetica sullo stesso piano dell’agricoltura convenzionale: Il 7 febbraio 2024, il Parlamento europeo ha allentato le norme sull’uso della nuova ingegneria genetica in agricoltura. I prodotti alimentari non dovranno più essere etichettati se contengono organismi geneticamente modificati. In altre parole: ciò significa che gli alimenti geneticamente modificati finiranno nei piatti dei consumatori senza che questi se ne rendano conto. “Le conseguenze per la nostra agricoltura e per l’approvvigionamento di prodotti alimentari sarebbero drammatici,” ha sottolineato Page.

Anche la Consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher (GR) non ha lasciato dubbi nel dire che l’integrazione della Svizzera nell’UE soffocherebbe il modello svizzero di successo, soprattutto l’economia svizzera di successo. “Gli obiettivi ideologici dell’UE in materia di ambiente e clima vietano innumerevoli sostanze e creano ancora più burocrazia – questo aumenterebbe in modo massiccio i costi e gli sforzi per le aziende”. È inoltre offensivo il fatto che la Svizzera dovrebbe versare all’UE i cosiddetti pagamenti di coesione, probabilmente dell’ordine di miliardi di franchi. “Sarebbe disastroso alla luce della desolante situazione finanziaria della Confederazione”. Secondo l’attuale bozza del mandato negoziale, anche l’immigrazione, soprattutto nei nostri sistemi sociali, verrebbe notevolmente agevolata.

Dal punto di vista del gruppo parlamentare dell’UDC, è chiaro che il successo della Svizzera è da ricondurre alle buone condizioni quadro per l’economia, la certezza del diritto, un ordinamento statale autoresponsabile e un partenariato sociale funzionante. La Svizzera si è guadagnata questi vantaggi grazie alla sua indipendenza. Sarebbe rovinoso rinunciare a questo margine di manovra. Per questo motivo il gruppo parlamentare dell’UDC si opporrà con tutti i mezzi a sua disposizione a un trattato di sottomissione con l’UE.

L’UDC si batte per controlli sistematici alle frontiere
La Svizzera ha perso il controllo su chi arriva nel nostro Paese: nel 2023 sono arrivati in Svizzera oltre 30’000 richiedenti asilo, quasi il 25% in più rispetto all’anno precedente. Per il 2024, il governo federale si aspetta di nuovo più di 30’000 domande, senza contare gli ucraini con lo statuto S. A ciò si aggiungono centinaia di migliaia di attraversamenti illegali delle frontiere. La popolazione svizzera sta pagando a caro prezzo il fallimento della politica d’asilo e d’immigrazione del centro-sinistra: nel 2023, il governo federale ha stanziato 4 miliardi di franchi solo per l’asilo – più che per l’agricoltura. Allo stesso tempo, questa politica di asilo e immigrazione è un rischio per la sicurezza: furti, rapine, molestie, stupri e accoltellamenti sono all’ordine del giorno. L’8 febbraio, un richiedente asilo iraniano – armato di ascia e coltello – ha preso in ostaggio 15 persone su un treno a Vaud e il 2 marzo un giovane islamista di origini tunisine ha accoltellato un ebreo per strada a Zurigo.

Il gruppo parlamentare dell’UDC ha chiesto una sessione straordinaria e si batte per la protezione sistematica delle frontiere svizzere e per fermare il caos dell’asilo. A tal fine, ha presentato due mozioni identiche al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati:

  • Mozione 23.4472 / 23.4448 “Protezione delle frontiere nazionali svizzere” – Chi entra in Svizzera venga controllato sistematicamente alla frontiera. Le persone prive di un permesso di soggiorno valido o di un’altra autorizzazione d’ingresso non possono entrare.
  • Mozione 23.4401 / 23.4534 “Nessun asilo per i cittadini degli Stati del Consiglio d’Europa”. Gli Stati del Consiglio d’Europa – tra cui la Turchia – sono soggetti alla Commissione europea dei diritti dell’uomo e sono riconosciuti a livello internazionale come Stati di diritto. Ciononostante, 7’471 persone provenienti dalla Turchia sono attualmente in procedura d’asilo in Svizzera. È evidente che la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) viola sistematicamente l’applicazione della legge sull’asilo.
 
Utilizziamo cookies per personalizzare contenuti e comunicazioni, per poter offrire funzioni per media sociali e per analizzare gli accessi al nostro portale. Inoltre, trasmettiamo informazioni per l'utilizzo della nostra pagina web ai nostri partner per media sociali, pubblicità e analisi. Vedere i dettagli Vedere i dettagli
Sono d'accordo