La via è libera per una riforma autentica, che garantisca le rendite AVS

L’UDC prende atto con soddisfazione del rifiuto della Previdenza-vecchiaia 2020. Una piccola maggioranza delle cittadine e dei cittadini ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte giusta, pronunciandosi contro un aumento finanziariamente insostenibile delle rendite. Essa chiede invece che le rendite siano garantire durevolmente senza fare enormi debiti a scapito delle future generazioni.

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Tenuto conto della situazione finanziaria dell’AVS, l’aumento della rendita mensile di 70 franchi a beneficio dei nuovi pensionati era particolarmente contestato. Il popolo s’è pronunciato una volta di più contro questo nocivo sistema ad annaffiatoio. Come è stato detto e ripetuto durante la campagna di voto, l’UDC s’impegnerà a riprendere le parti non contestate della riforma dell’AVS come l’età di pensionamento delle donne a 65 anni, il totale del prodotto del punto percentuale d’IVA (“percento demografico”) prelevato a favore dell’AVS, o lo 0,3% di IVA per il finanziamento addizionale dell’AI, eccetera, e a sottoporle immediatamente al Parlamento, affinché il popolo si possa pronunciare ancora di nuovo.

In un secondo tempo, l’AVS deve essere assicurata a lungo termine e, di conseguenza, dovrà essere riesaminato un freno alle spese.

Nel settore della previdenza professionale, l’UDC continuerà a battersi con tutte le sue forze contro il suo mescolamento con l’AVS. Essa si oppone in particolare ai tentativi di “espropriazione” del Consiglio federale o del Parlamento nella previdenza professionale. Da più parti si tenta infatti, a torto e da diversi anni, di limitare o addirittura d’impedire il prelevamento del capitale-vecchiaia risparmiato personalmente nell’ambito della previdenza professionale (LPP) per finanziare un alloggio in proprietà o per fondare un’azienda quale indipendente.

Il SÌ alla sicurezza dell’approvvigionamento alimentare della Svizzera è un SÌ all’agricoltura produttiva e all’indipendenza alimentare del paese. È pure il rifiuto di un’ecologizzazione eccessiva dell’agricoltura e, soprattutto, di un’ancora maggiore apertura delle frontiere alle derrate alimentari straniere.  Il sistema dei pagamenti diretti deve essere adattato in questo senso. La Svizzera è già oggi uno dei maggiori importatori del mondo di prodotti alimentari per abitante. Il nostra grado di auto approvvigionamento netto è caduto per la prima volta al di sotto del 50% nel 2016. Accettato dalla grande maggioranza del popolo, questo ancoraggio della sicurezza alimentare nella Costituzione federale incarica le autorità competenti di arrestare questa tendenza.

 
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