Legge Covid-19: il voto differenziato è stato reso impossibile
I delegati dell’UDC Svizzera hanno indicato “libertà di voto” in merito alla legge Covid-19 in occasione della dell’Assemblea del 27 marzo 2021. Non capita spesso che le argomentazioni pro e contro dal punto di vista dell’UDC siano più o meno equilibrate. Il progetto di legge Covid 19 ne è un esempio.
Ci sono ragioni legittime sia per accettare che per respingere la legge Covid-19. Il problema sta soprattutto nel fatto che si mescolano varie materie che non possono essere votate singolarmente. Da un lato, al Consiglio federale vengono concessi poteri che limitano le libertà, mentre dall’altro vengono regolate le misure di sostegno finanziario all’economia e alla società. L’UDC ha chiesto invano in parlamento che il disegno di legge sia diviso per permettere un voto differenziato su di esso.
La legge Covid-19 è una legge speciale. Si basa sul diritto di emergenza ed è limitato nel tempo. Nel corso degli ultimi mesi è stato rivisto in svariate occasioni. Tuttavia, la versione posta in votazione è quella del 25 settembre 2020, il che solleva la questione di quali sarebbero le conseguenze se la legge venisse approvata o respinta il 13 giugno prossimo.
Se il progetto di legge venisse respinto, il Consiglio federale sarebbe privato delle competenze per combattere l’epidemia Covid-19 a partire dal 25 settembre 2021, nella misura in cui esse sono regolate dalla legge. L’UDC si è già opposto a tali poteri del Consiglio federale nel 2013 – in occasione della votazione sulla legge sulle epidemie. Inoltre, verrebbe eliminata la base legale per le misure atte ad attutire le conseguenze economiche negative.
Argomenti per un No
Se il disegno di legge venisse adottato, la legge Covid-19 continuerebbe ad essere applicata fino alla sua scadenza alla fine del 2021. Per quanto concerne le indennità per il lavoro ridotto, i regolamenti sarebbero applicabili fino alla fine del 2022.
Il motivo principale per un No alla legge Covid-19 risiede principalmente nello scetticismo verso la politica di chiusura fallimentare del Consiglio federale. Un rifiuto è la reazione logica per tutti coloro che credono che il Consiglio federale abbia abusato dei suoi poteri e fornito prove insufficienti per giustificare le proprie misure drastiche e restrittive. Chiunque voglia mandare un segnale contro queste misure sproporzionate, che hanno portato a un divieto di lavorare, con conseguenti pretese di risarcimento miliardarie, dovrebbe votare “no”.
Cosa parla a favore di un Sì
Coloro che rifiutano la legge dovrebbero, tuttavia, essere consapevoli di chi sarebbe principalmente colpito da tale rifiuto. L’obiettivo principale della legge Covid-19 è ed era quello di frenare le misure drastiche con i loro numerosi effetti collaterali negativi per l’economia e la società. Questo si riferisce alle misure di sostegno a favore delle PMI e dei settori in difficoltà colpiti, vale a dire i settori della ristorazione, alberghiero, degli eventi, dei viaggi, del fitness, del turismo, dello sport e della cultura. Un Sì al progetto di legge significa un impegno a sostenere le persone colpite finanziando le indennità di lavoro ridotto, i redditi sostitutivi e i contributi a fondo perso. Questi strumenti, che sono regolati nella legge Covid-19, aiutano a prevenire i fallimenti e la disoccupazione.
Politica restrittiva sbagliata del Consiglio federale
L’UDC ha criticato innumerevoli volte in Parlamento la fallimentare politica delle restrizioni, non basata su prove tangibili, del Consiglio federale e ha cercato di far approvare più velocemente gli allentamenti per far tornare la gente a lavorare nel paese. Purtroppo, le maggioranze sono mancate sia in Consiglio federale che in Parlamento. Ma una cosa è chiara a tutti: se lo Stato impone de facto dei divieti di lavorare, dovrebbe essere anche finanziariamente responsabile per essi.
Ognuno deve soppesare gli argomenti per un sì o un no dal proprio punto di vista. Si possono, possono in ogni caso, rappresentare entrambi i punti di vista in totale buona fede.