Comunicato stampa

Gruppo UDC: consolidamento finanziario della previdenza-vecchiaia

Riunito in seduta il 18 febbraio 2017 a Weinfelden, il gruppo UDC s’è pronunciato a favore del consolidamento finanziario della previdenza-vecchiaia. Esso si oppone unanimemente all’accordo di Parigi sul clima. Gli obiettivi mirati di questa convenzione non possono essere raggiunti che per mezzo di onerose regolamentazioni e di una nuova messa sotto tutela dei cittadini. La fattura finale dovrà, ancora una volta, essere pagata dal ceto medio e dalle arti e mestieri.

Condividi Stampa articolo

Nel dibattito sulla riforma della previdenza-vecchiaia, il gruppo UDC tiene a porre l’accento sul consolidamento finanziario dell’AVS, al fine di salvaguardarla per le future generazioni. Esso ritiene all’unanimità che la prevista riduzione del tasso di conversione nella previdenza-vecchiaia debba essere compensata in quest’ultima, come deciso dal Consiglio nazionale. Il modello del Consiglio degli Stati, che prevede a titolo di compensazione un aumento di 70 franchi delle rendite AVS per i nuovi pensionati, costa 700 milioni di franchi l’anno. Inoltre, è in contrasto con la sistematica della previdenza-vecchiaia. Questo modello provoca una società a due classi in seno all’AVS, perché solo i nuovi pensionati beneficerebbero dell’aumento, mentre gli altri rimarrebbero a mani vuote. Infine e soprattutto, di questo aumento della rendita non beneficerebbero coloro che ne hanno più bisogno, perché le prestazioni complementari ne sarebbero ridotte di altrettanto, per cui alla fine i pensionati meno agiati non percepirebbero più denaro.  

I parlamentari IDC hanno respinto all’unanimità l’accordo di Parigi sul clima. Firmando questa convenzione internazionale e giuridicamente vincolante, la Svizzera s’impegnerebbe a ridurre della metà le sue emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, rispetto al 1990. Nel caso questo obiettivo non potesse essere raggiunto, la Confederazione prevede già sin d’ora degli interventi supplementari quali il divieto di riscaldamento a gasolio, un aumento delle tasse sui combustibili fossili e dei risanamenti obbligatori d’immobili. Queste misure dovrebbero essere pagate dalla popolazione. Aggiunto alla riduzione del 43% del consumo globale d’energia imposto dalla nuova legge sull’energia, l’accordo di Parigi è un nuovo grave attentato all’industria svizzera. Esso provocherebbe la soppressione di molti impieghi, in particolare in settori chiave come l’acciaio, il cemento, la costruzione di macchine e la chimica. La prosperità della Svizzera ne sarebbe duramente colpita. Il gruppo UDC si oppone categoricamente a questo nuovo corsetto che lo Stato vuole imporre al paese a scapito di tutta la popolazione.

Il gruppo ha poi lungamente discusso la legge sui giochi d’azzardo e ha finito per decidere di proporne il rinvio al Consiglio federale con il mandato di preparare un nuovo progetto meglio applicabile, più liberale e meno burocratico. La maggioranza del gruppo si oppone a misure come i blocchi delle reti, che in pratica non sono applicabili e che sono inoltre nocivi a un’economia liberale come quella della Svizzera. Per contro, la regolamentazione dei giochi d’azzardo a favore dell’utilità pubblica, basata sulla decisione popolare dell’11 marzo 2012, ha trovato un vasto sostegno in seno al gruppo.

L’obsoleto sistema dell’imposta sul valore locativo deve finalmente essere soppresso. Il gruppo UDC ha deciso all’unanimità di dare il proprio sostegno alla mozione Egloff “Sicurezza dell’alloggio. Possibilità di esercitare una volta il diritto d’opzione in ambito di valore locativo”. La regolamentazione attuale è fonte di un grande disagio nella popolazione. Tenendo conto delle critiche avanzate durante il dibattito sull’iniziativa popolare “Sicurezza dell’alloggio per i pensionati“, la mozione offre a tutti una soluzione equa. Essa risponde anche ai requisiti della norma costituzionale sulla promozione dell’accesso alla proprietà dell’alloggio. La soluzione proposta non interviene che moderatamente nel sistema in vigore, ma ne corregge comunque le deficienze più gravi.

Il Consiglio federale vuole rivedere la legge sul lavoro nero. Il gruppo UDC condanna senza esitazioni il lavoro nero, ma ritiene che la regolamentazione in vigore sia sufficiente. Come durante il dibattito in Consiglio nazionale, l’UDC proporrà in Consiglio degli Stati di non entrare in materia, rispettivamente respingerà il progetto nel voto finale. La nuova legge impone una burocrazia supplementare alle imprese, mentre che queste sono sempre sfavorite dalla debolezza dell’euro. I controlli burocratici delle aziende devono essere alleggeriti, non aumentati.

Il gruppo UDC ha deciso di sostenere il controprogetto all’iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentare” che il Consiglio degli Stati ha adottato durante l’ultima sessione invernale. Contrariamente alla Camera bassa, che raccomanda al popolo di accettare il controprogetto e di rifiutare l’iniziativa, l’UDC mantiene tuttavia le due versioni e raccomanda di accettarle entrambe, dovendo il controprogetto essere completato con la menzione della produzione indigena. Il gruppo ritiene che questa modifica tenga in miglior conto i bisogni dell’agricoltura produttiva. Ha quindi deciso di dare il suo sostegno alla rispettiva proposta individuale.

  
Alla fine della seduta, il gruppo ha poi raggiunto le circa 400 persone che a Weinfelden partecipavano alla tradizionale Coppa di Jass dell’UDC Svizzera.  

 
Utilizziamo cookies per personalizzare contenuti e comunicazioni, per poter offrire funzioni per media sociali e per analizzare gli accessi al nostro portale. Inoltre, trasmettiamo informazioni per l'utilizzo della nostra pagina web ai nostri partner per media sociali, pubblicità e analisi. Vedere i dettagli Vedere i dettagli
Sono d'accordo