L’UDC ha presentato il suo documento di posizione “Per un approvvigionamento energetico sicuro, ecologico e conveniente” a Berna. Il tema ha la massima priorità: per evitare crisi energetiche incombenti con gravi lacune nella fornitura di corrente elettrica, la Svizzera è chiamata a produrre più elettricità. Allo stesso tempo, l’energia idroelettrica e nucleare devono rimanere i pilastri affidabili dell’approvvigionamento elettrico della Svizzera. Il presidente dell’UDC Marco Chiesa chiede alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga di ammettere il fallimento della strategia energetica e di assicurare l’approvvigionamento elettrico. Se non prende un impegno vincolante in questo senso, il dossier le va revocato.
La situazione è drammatica: la Svizzera rischia di rimanere senza elettricità – con conseguenze immense per la popolazione e l’economia. “La fallimentare Strategia energetica 2050, che prevede il ritiro della Svizzera dall’energia nucleare, ne è responsabile”, ha sottolineato il presidente dell’UDC Marco Chiesa in occasione della presentazione del documento di posizione “Per un approvvigionamento energetico sicuro, ecologico e conveniente”. La politica energetica della Consigliera federale responsabile, Simonetta Sommaruga (PS), è una “politica dei fornelli d’emergenza” che mette in serio pericolo la piazza economica svizzera e la prosperità di oltre 8 milioni di abitanti. Chiesa invita Sommaruga a smettere di negare irresponsabilmente i fatti e a riconoscere che:
“Se la signora Sommaruga si rifiuta di riconoscere la realtà dei fatti, il dossier le va revocato”, ha detto Chiesa.
Garantire un approvvigionamento sicuro con l’energia nucleare rispettosa del clima
Per garantire in futuro un approvvigionamento energetico sicuro, rispettoso del clima e a buon mercato, è necessario un cambio di rotta nella strategia energetica. L’UDC esige quindi che:
Prendere in considerazione il fattore immigrazione
“La strategia energetica è un volo alla cieca con conseguenze catastrofiche, anche in termini di costi”, sottolinea il consigliere nazionale Christian Imark. L’autoinflitta emergenza è esacerbata dalla politica kamikaze degli stati vicini dell’UE. La Svizzera non può semplicemente fare affidamento sull’energia importata, dato che la Germania eliminerà l’energia nucleare l’anno prossimo e la Francia sta riducendo significativamente la sua quota di energia nucleare. Bruxelles ha infatti già chiarito che le esportazioni saranno massicciamente limitate in vista delle prevedibili carenze – UE first. Inoltre, Imark chiede che il fattore immigrazione sia preso in considerazione nella politica energetica e ambientale. Perché: “L’impressionante riduzione dei gas serra ottenuta dagli svizzeri viene annullata dall’immigrazione di massa, soprattutto proveniente dall’UE. »
I rosso-verdi danneggiano il clima
“La sinistra e i Verdi stanno irresponsabilmente trasformando la società senza assicurare l’approvvigionamento”, critica il consigliere nazionale Mike Egger. Per colmare la prevedibile lacuna di 40 TWh di elettricità entro il 2050, il collaudato mix energetico svizzero, con i suoi pilastri portanti di energia idroelettrica e nucleare, non dev’essere demolito. La consigliera nazionale Monika Rüegger dichiara che la sicurezza dell’approvvigionamento è ulteriormente minacciata dalle battaglie del fronte rosso-verde come quella per i ghiacciai e le iniziative sulla biodiversità. Inoltre, l’Iniziativa per il paesaggio impedisce l’espansione dell’energia idroelettrica. “La politica climatica dei rosso-verdi è un cane che si morde la coda”, riassume il consigliere nazionale Pierre-André Page. Queste contraddizioni evidenti vanno a scapito del clima e di un approvvigionamento energetico sicuro, secondo Page.
L’UDC esige quindi senza mezzi termini che i pericolosi esperimenti ideologici cessino immediatamente e che la politica energetica svizzera si ponga nuovamente su basi ragionevoli. Tutti gli altri aspetti devono essere subordinati all’obiettivo della sicurezza dell’approvvigionamento.