Discorso

Otto volte al giorno si assiste a un attacco a una o a un agente di polizia

Come semplice uomo della strada, posso confermare le dichiarazioni fatte finora. Come hanno giustamente rilevato la signora Conti e il signor Tuena, gli stranieri sono fortemente sovra rappresentati nella statistica criminale svizzera rispetto ai cittadini svizzeri. Questa situazione complica e rincara le inchieste. Pensiamo solo alle spese di traduzione nel corso della procedura penale.

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ntervento Thomas Werner, responsabile delle inchieste per la protezione dei fanciulli della polizia comunale di Zurigo, deputato UDC in Gran Consiglio (ZG) e presidente della commissione di sorveglianza della giustizia

Bisogna sapere che gli stranieri criminali generano oltre la metà degli oneri finanziari della polizia, dei ministeri pubblici e delle prigioni in Svizzera e assorbono più della metà delle risorse disponibili in questi settori. È enorme, soprattutto se si pensa che la quota di stranieri è «solo» del 25% della popolazione totale del paese.

A seguito della sua adesione allo Spazio Schengen, la Svizzera ha abbandonato quasi tutti i suoi controlli alle frontiere. Non sappiamo più chi entra in Svizzera, né dove soggiornano questi migranti, né tantomeno presso chi si sono installati. C’ü il grave rischio che dei criminali si nascondano in Svizzera per progettarvi e commettervi dei reati. La politica d’asilo lassista della Confederazione aggrava questo problema, perché le autorità non sanno, nella maggior parte dei casi, se i richiedenti siano realmente minacciati nella loro vita e nella loro integrità fisica oppure se si tratti di pericolosi assassini o stupratori. La situazione è tanto più grave, in quanto la Confederazione permette a molti richiedenti l’asilo di entrare in Svizzera senza documenti.

In quanto agente di polizia, desidero esprimermi in particolare sul tema della violenza e delle minacce contro i funzionari e le autorità.

  • Le e gli agenti di polizia sono sempre più spesso bersaglio di minacce e aggressioni fisiche con conseguenti lesioni corporali. Nella sola città di Zurigo, ci sono stati 126 casi di questo genere nel 2018. A seguito di un’interpellanza parlamentare, è stato effettuato un sondaggio presso le polizie comunale e cantonale del canton San Gallo. I risultati sono inquietanti:  circa l’83% degli agenti di polizia percepisce soggettivamente un aumento della violenza; il 55% ü stato personalmente vittima di un’aggressione fisica e il 21% s’è addirittura trovato in situazioni nelle quali la propria vita era in pericolo. Ma solo il 56% delle e degli agenti di polizia ne ha data comunicazione a livello interno.
  • Secondo la presidente della Federazione svizzera dei funzionari di polizia, gli agenti di polizia vengono insultati, sono bersaglio di sputi, di morsi o vengono picchiati. Otto volte al giorno, una o un agente di polizia subisce un attacco di questo genere da qualche parte in Svizzera. Gli aggressori sono sovente dei teppisti mescolati ai tifosi del calcio, dei festaioli ubriachi e altri fomentatori di disordini. Spesso, questi individui sono sotto l’influenza dell’alcool o di droghe e perdono qualsiasi inibizione.
  • Bisogna intervenire rapidamente e con determinazione contro questa evoluzione inquietante, altrimenti la sicurezza pubblica rischia di essere gravemente compromessa. Non è tollerabile che le e gli agenti di polizia non possano più eseguire il loro mandato, ossia la protezione della popolazione, perché sono loro stessi gravemente minacciati.
  • Noi dobbiamo vegliare a che la polizia svizzera possa continuare a vegliare efficacemente sulla sicurezza e sul mantenimento dell’ordine.
  • A mio avviso, una delle cause di questa pericolosa evoluzione si situa a livello della credibilità della giustizia. Troppo spesso, i delinquenti sanno molto bene che non devono per nulla, o quasi, temere delle fastidiose conseguenze dai loro atti.
  • L’articolo 285 CPS prevede una pena detentiva fino a tre annio una pena pecuniaria di almeno 30 aliquote giornaliere per delle minacce o degli atti di violenza nei confronti di funzionari o autorità. Secondo me, il rischio di incorrere in una pena detentiva di tre anni dovrebbe avere un effetto dissuasivo sufficiente, ma il problema è che i ministeri pubblici e i tribunali chiedono e pronunciano troppo raramente le pene massime.
  • Nella città di Zurigo si assiste regolarmente a degli assembramenti di giovani e giovani adulti in posti ben conosciuti. Queste persone sono frequentemente provenienti dall’immigrazione. Queste riunioni degenerano regolarmente in risse generali, spesso a colpi di coltello. Quando gli agenti di polizia intervengono, vengono a loro volta aggrediti. Succede spesso addirittura che la polizia deve proteggere i paramedici delle ambulanze dalle violenze di questi individui. Un quotidiano ha recentemente riportato di un Etiope che bombardava con bottiglie gli agenti di polizia.
  • Non serve a niente chiudere gli occhi e negare questa evidenza: sì, abbiamo un problema di violenza provocata da stranieri criminali. E non si tratta di qualche spiacevole caso isolato, bensì di un fenomeno che ormai fa parte della quotidianità della polizia.
  • L’eccessiva clemenza dei tribunali ha per conseguenza che i delinquenti non prendono più sul serio la nostra giustizia. Anche la politica ha una parte di responsabilità. Rifiutando di applicare rigorosamente l’iniziativa per l’espulsione degli stranieri criminali, che popolo e cantoni hanno approvato, le autorità politiche inviano un messaggio dagli effetti disastrosi. Lo stato perde la sua credibilità. Se lasciamo andare le cose, i costumi si degraderanno e la nostra società sarà vieppiù brutale. La popolazione svizzera non potrà più vivere in sicurezza. Bisogna assolutamente che gli stranieri criminali sappiano che non possono fare ciò che vogliono in questo paese e che non possono commettere dei reati senza esporsi a delle pene severe. Devono anche sapere che, in caso di reato grave o di condanna per tale reato, saranno rinviati al loro paese immediatamente dopo aver scontato la pena.
  • Gli agenti di polizia e tutte le altre persone che assolvono un compito pubblico devono essere meglio protette. Quale funzionario di polizia, chiedo una giustizia credibile ed efficace, che emetta delle pene severe invece di limitarsi a piccole ammende o pene pecuniarie (che spesso non vengono nemmeno pagate). Le pene detentive devono diventare la regola e le pene pecuniarie devono essere l’eccezione per sanzionare unicamente dei reati minori. I tribunali devono certamente conservare la loro indipendenza, ma il legislatore deve chiaramente esigere un regime più duro nei riguardi dei delinquenti. Infine, i recidivi vanno puniti più severamente.

La politica deve bloccare l’evoluzione della criminalità straniera, applicando finalmente con rigore l’iniziativa per l’espulsione. I criminali stranieri condannati devono sistematicamente essere espulsi una volta scontata la pena.

 
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