Il lupo: problema sempre più urgente!
I media svizzeri continuano a mettere in discussione la legalità degli abbattimenti preventivi dei lupi. In questo modo, si sottace il vero problema, ossia la crescita esponenziale della popolazione di lupi.
Spesso ci viene fatto credere che la situazione stia sotto controllo. Ma sono esternazioni ideologiche provenienti dalle aree rosso-verdi che purtroppo vengono riprese dai media svizzere, troppo spesso e senza alcuna spirito critico. Questo modo di fare ha conseguenze fatali per la popolazione colpita.
Grazie all’impegno del Consigliere federale dell’UDC Albert Rösti, le autorità cantonali hanno ottenuto ulteriori strumenti per regolare i lupi. Dal dicembre 2023, i 31 branchi di lupi più problematici potranno essere cacciati in modo mirato. Questo lavoro fondamentale dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) era atteso da anni. Tuttavia, non tutte le Autorità responsabili dei Cantoni di montagna hanno sfruttato il loro margine d’azione. Mentre in Vallese sono stati abbattuti più di 20 lupi problematici, i Grigioni sono rimasti indietro con 9 abbattimenti. Questo fallimento è da imputare ai singoli Governi cantonali e non a Albert Rösti.
Cresce ancora il numero di lupi
L’aumento dello scorso anno di circa 100 animali per un totale di 300 lupi è stato confermato dall’ufficio federale competente. La crescita naturale della popolazione di lupi supera quindi di gran lunga il numero di lupi abbattuti alla fine di gennaio. Le conseguenze sono prevedibili: uccisioni di bestiame del tutto inutili a scapito dell’agricoltura. E il conseguente abbandono di preziose aree di estivazione nelle nostre Alpi.
Tutto ciò mentre le famiglie contadine devono già preoccuparsi della prossima estate alpina, i proprietari di cani non possono più godersi in sicurezza le loro passeggiate in inverno e le famiglie locali delle zone montane penseranno due volte al percorso scolastico dei loro figli. Questa non è più la nostra Svizzera! Continuiamo insieme a lottare per una regolamentazione seria dei grandi redatori – se necessario annullando la Convenzione di Berna.