Comunicato stampa

Il Consiglio federale vuole permettere ai rifugiati di recarsi nel loro paese

Ancora una volta, la consigliera federale Simonetta Sommaruga estende il diritto d’asilo per vie traverse. Essa non smette di rendere la Svizzera sempre più attrattiva per i falsi rifugiati. Ultimo esempio: l’estensione del gruppo mirato beneficiante di un aiuto al rientro e l’abolizione di fatto del divieto di viaggiare.

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Vi è già capitato di ricevere del denaro per finalmente lasciare l’albergo nel quale avete soggiornato gratuitamente? È esattamente ciò che fa il Consiglio federale. Vuole che anche le straniere e gli stranieri ammessi provvisoriamente (dunque delle persone straniere o del settore dell’asilo che non adempiono nemmeno le condizioni per essere riconosciute come rifugiati) percepiscano d’ora in avanti un aiuto finanziario al rientro. Anche se queste persone devono in ogni caso lasciare la Svizzera al termine della loro ammissione provvisoria, riceveranno del denaro.

Secondo l’UDC, questo aiuto al rientro non è certamente il modo giusto per ridurre il numero di stranieri soggiornanti in Svizzera o per risolvere il caos che regna nel settore dell’asilo. Le persone ammesse provvisoriamente sanno perfettamente che un giorno dovranno lasciare la Svizzera. Estendendo questo aiuto al rientro a nuovi gruppi di stranieri, delle somme enormi di denaro dei contribuenti saranno inutilmente versate all’estero – oltre ai miliardi di franchi per l’aiuto allo sviluppo la cui efficacia è manifestamente dubbia. Questa politica è irresponsabile e deve essere rifiutata.

Simonetta Sommaruga elude il divieto fatto ai richiedenti l’asilo di recarsi nel loro paese d’origine
I richiedenti con in atto una procedura d’asilo in Svizzera non devono in alcun caso recarsi nel loro paese d’origine. Se lo fanno lo stesso, dimostrano di non esservi in alcun modo minacciati. Una partenza dalla Svizzera verso il paese d’origine (anche se per vie traverse) deve comportare automaticamente la cessazione della procedura d’asilo, senza possibilità di riprenderla. I viaggi di rifugiati riconosciuti nel loro paese d’origine devono essere totalmente vietati. Orbene, il Consiglio federale ha sì appena deciso che anche un sospetto può condurre alla revoca della qualità di rifugiato, ma ammorbidisce questa disposizione con una regolamentazione vaga che permette qualsiasi interpretazione.

Così, la qualità di rifugiato non sarà revocata se la persona in questione può smentire il sospetto. Il sospetto è considerato smentito se la persona in questione può stabilire in maniera credibile che il viaggio nel paese d’origine non è stato volontario, che non ha l’intenzione di mettersi di nuovo sotto la protezione di questo Stato o che questo stato non gli accorda la sua protezione. È quindi sufficiente che il richiedente l’asilo affermi di non volersi mettere sotto la protezione del suo paese d’origine e il suo viaggio sarà autorizzato. Semplicissimo.

Si tratta di un capovolgimento completo della decisione presa dal Consiglio nazionale (camera prioritaria su questo dossier) in applicazione delle mozioni dell’UDC e del PLR. La signora Sommaruga evidentemente se ne infischia. Essa non cessa di rafforzare i diritti dei migranti economici. Quanto alla volontà del Parlamento, non le interessa.

C’è da chiedersi come il Consiglio federale abbia potuto prendere queste decisioni irrealistiche e totalmente contrarie alla volontà del Parlamento. Ricordiamoci che i due interventi parlamentari provengono dai ranghi dell’UDC e del PLR, che contano quattro consiglieri federali su sette, dunque che formano la maggioranza del governo.

 
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