Comunicato stampa

Procedura d’asilo: a tutta velocità verso l’aiuto sociale

Un’accelerazione della procedura d’asilo sarebbe certamente la benvenuta. Ma non sono le “persone giuste” a essere oggetto di un “trattamento accelerato”, perché la politica d’asilo svizzera soffre di disfunzioni fondamentali. L’UDC respinge perciò la ristrutturazione onerosa e burocratica del settore dell’asilo che il Consiglio federale ha approvato oggi (=8.06.2018). È per far uscire dalla Svizzera i richiedenti l’asilo che bisogna accelerare la procedura, non per farli entrare!

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La politica d’asilo svizzera dovrebbe logicamente mirare ad accogliere delle persone effettivamente perseguitate e minacciate (conformemente ai termini della Convenzione di Ginevra) e a offrire loro una procedura d’asilo. A questo livello, un’accelerazione della procedura sarebbe del tutto affine all’idea dell’UDC. Per contro, le migliaia di migranti economici e di altri approfittatori delle istituzioni sociali che cercano unicamente delle migliori condizioni di vita, come pure i richiedenti che sono già registrati in un altro Stato firmatario della Convenzione di Dublino o quelli che cercano di nascondere la propria identità, devono essere respinti alla frontiera impedendo loro di entrare in Svizzera. In ogni caso, non hanno diritto all’asilo. La procedura che li concerne non ha bisogno di essere accelerata, si può semplicemente rinunciarvi. Queste persone devono essere respinte alla frontiera o, se sono arrestati nel paese, riportati immediatamente al di là del confine.

Purtroppo, la procedura d’asilo svizzera soffre di un grande problema a livello d’esecuzione. La prassi consistente nel far entrare nel paese il massimo numero di richiedenti l’asilo, per poi “gestirli” tramite un apparato burocratico e oneroso, è evidentemente controproducente. In pratica, la Svizzera non riesce più a sbarazzarsi dei migranti sociali ed economici che sono stati ammessi nella procedura d’asilo. L’accelerazione della procedura e i centri federali d’asilo non cambiano assolutamente nulla.

L’aumento delle domande d’asilo sotto la gestione della consigliera federale Simonetta Sommaruga ha anche provocato un forte incremento del numero di migranti che cercano d’installarsi durevolmente in Svizzera. Secondo la Segreteria di Stato della migrazione, la quota di persone esercitanti un’attività professionale dopo dieci anni di presenza è del 48% fra i rifugiati riconosciuti e solo del 25% fra le persone ammesse provvisoriamente. Con questa nuova politica d’asilo che accresce l’attrattività della Svizzera, con la bassissima quota di richiedenti l’asilo rifiutati e rinviati all’estero e con gli “avvocati gratuiti”, un’accelerazione della procedura avrà evidentemente quale principale effetto, quello di insediare un numero ancora più grande di migranti nell’aiuto sociale – e di permettere loro di far venire le proprie famiglie.

Si cerca di ingannare i cantoni facendo loro balenare il miraggio di una diminuzione dei richiedenti che saranno loro attribuiti. Ma questo calo non sarà reale che se l’afflusso di migranti si attenuerà, e non grazie all’accelerazione delle procedure.

Il principale sforzo in politica d’asilo deve mirare all’esecuzione, dunque al rinvio dei migranti economici e sociali. Ma i cambiamenti adottati oggi dal Consiglio federale sono totalmente inefficaci in questo senso.

 
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