Rifiuto del SICE: i primi effetti del referendum contro la legge sull’energia

La commissione preparatoria del Consiglio nazionale ha rifiutato, all’unanimità con un’astensione, di entrare in materia sul progetto di sistema d’incentivazione nel settore del clima e dell’energia (SICE). Dopo anni di utopie e fantasmagorie energetiche, ecco finalmente un passo importante e utile che riporta la Svizzera sulla via di una politica energetica ragionevole.

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NO ad ancora più tasse e prelievi sull’energia

 Le sistema d’incentivazione nel settore del clima e dell’energia (SICE) vuole rimpiazzare a livello costituzionale i canoni attuali sull’energia con una tassa d’incentivazione su tutti gli agenti energetici. Conseguenze: un massiccio aumento del prezzo della benzina (+26 ct/litro) e dell’elettricità (+3 ct/KWh), come pure un quasi raddoppio del prezzo dell’olio da riscaldamento (+67 ct/litro). Rifiutando l’entrata in materia e respingendo il SICE, la commissione del Consiglio nazionale ha mostrato per la prima volta il cartellino rosso agli autori di questa follia fiscale.    

NO al finanziamento, ma i costi restano

A seguito del rifiuto del progetto SICE da parte della commissione parlamentare, lo strumento di finanziamento della Strategia energetica 2050 non è più assicurato. Ma ciò non cambia nulla dei costi mostruosi – più di 200 miliardi di franchi – di questa operazione. Non si tratta quindi che di una prima tappa. La seconda consisterà nel rifiutare il 21 maggio prossimo la legge sull’energia, altrimenti questa strategia insensata dovrà essere finanziata con altre risorse, come un aumento dell’IVA, dell’imposte federale diretta o di altre tasse e canoni.   

La legge sull’energia – un lupo travestito da agnello

Il referendum del comitato interpartitico contro la legge sull’energia resta assolutamente indispensabile. Questa legge obbliga la Svizzera a ridurre il suo consumo globale d’energia del 43% entro il 2035. Toccando tutti gli agenti energetici quali la benzina, l’olio da riscaldamento, il gas, ma anche l’elettricità, quest’obbligo non è semplicemente previsto per la seconda o la terza fase di questa strategia: esso figura già sin d’ora nero su bianco nella legge approvata dal Parlamento nel 2016. Il costo di questa riduzione ammonta, come il comitato interpartitico ha detto più volte, a circa 200 miliardi di franchi fino al 2050, ossia 3’200 franchi l’anno per una famiglia di quattro persone. Questi mezzi finanziari faranno difetto nel budget delle famiglie il cui potere d’acquisto sarà ridotto; e mancheranno alle imprese, per cui i posti di lavoro e la prosperità generale saranno minacciati.    

Coerenza nelle idee – NO il 21 maggio!

 Le cittadine e i cittadini che non vogliono essere obbligati dallo Stato a fare degli eccessivi risparmi d’energia, che rifiutano nuove tasse e prelievi, che si oppongono a nuove prescrizioni e a una burocrazia supplementare, devono logicamente superare la tappa seguente e dire NO alla nuova legge sull’energia il prossimo 21 maggio. I partiti che, accanto all’UDC, hanno contribuito al rifiuto del progetto SICE, devono anche loro, se vogliono rimanere credibili, invitare il popolo a respingere la nociva legge sull’energia. L’UDC si rallegra  di questo successo di tappa e continuerà a battersi con tutte le sue forze contro questa legge ostile alle PMI.

 
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