Editoriale

Congelare le spese per l’aiuto allo sviluppo, la formazione e la ricerca

Il Consiglio federale ha annunciato la settimana scorsa la sua intenzione di ridurre le spese agricole di oltre mezzo miliardo di franchi. Parallelamente, il governo vuole spendere qualche centinaio di milioni di franchi supplementari per l’aiuto allo sviluppo, la formazione, la ricerca, i trasporti pubblici e per il settore dell’asilo. L’UDC chiede al Consiglio federale di tagliare finalmente nelle spese che hanno registrato una crescita sproporzionata in questi ultimi anni, invece di continuare ad aumentarla.

Thomas Aeschi
Thomas Aeschi
Direzione del partito Baar (ZG)
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Massiccio aumento delle spese per la formazione e la ricerca

Le spese per la formazione e la ricerca sono massicciamente aumentate in questi ultimi anni. L’insieme del sistema di formazione svizzero costa ogni anno più di 35 miliardi di franchi, ossia il 5,6% del prodotto interno lordo (PIL). Dal 1990, le spese per le scuole e le università sono più che raddoppiate. Al solo livello federale, la crescita fra il 2008 e il 2016 ha raggiunto il 54% per la formazione professionale, il 34% per le università e il 28% per le SPF di Zurigo e di Losanna. Durante questo periodo, le spese per la formazione hanno registrato un aumento superiore del 24% a quello del PIL, il quale è cresciuto solo dell’8%. Il loro tasso di crescita supera di quasi un terzo quello degli altri compiti della Confederazione. Se si paragona l’evoluzione delle spese per la formazione e la ricerca con il rincaro, si constata che questo settore ha beneficiato di un’estensione in termini reali e non pianificata di quasi un miliardo di franchi, perché il tasso d’inflazione è stato sopravalutato.

Ciò non impedisce al Consiglio federale di annunciare un aumento del 10% delle spese per la formazione e la ricerca da qui al 2020. Benché l’importanza della formazione e della ricerca sia incontestabile in un paese povero di materie prime come la Svizzera, l’estensione di questo settore finanziato dallo Stato appare semplicemente fuori misura. L’UDC s’oppone a qualsiasi nuovo aumento di questi oneri e chiederà, durante questa sessione estiva delle Camere un congelamento delle spese per la formazione e la ricerca al livello attuale.

Ancora più denaro per l’aiuto allo sviluppo

Le tendenze espansioniste del Consiglio federale e del Parlamento sono ancora più manifeste nell’aiuto allo sviluppo. Dal 2008 e fino a oggi, questo settore s’è appesantito di oltre un miliardo di franchi. Ed ecco che il Consiglio federale vuole aggiungervi 250 milioni di franchi supplementari l’anno, per i prossimi quattro anni. Nonostante il costante aumento delle spese per l’aiuto allo sviluppo, la pressione migratoria proveniente dagli Stati africani e asiatici non smette di crescere. E invece di esigere dai paesi beneficiari dell’aiuto svizzero allo sviluppo la stipulazione di accordi di riammissione per i migranti illegali, il Consiglio federale tollera che questi Stati lascino passare migliaia di migranti economici in direzione dell’Europa.

Come nella formazione e la ricerca, un plafonamento delle spese è pure urgente nell’aiuto allo sviluppo. L’UDC proporrà, durante questa sessione estiva al Consiglio nazionale di limitare l’aiuto allo sviluppo allo 0,4% del PIL, il che equivale approssimativamente a plafonare queste spese al loro livello del 2014.

 

Thomas Aeschi
Thomas Aeschi
Direzione del partito Baar (ZG)
 
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