Una bussola per la Svizzera

Due e mezza del mattino…

Peter Keller
Peter Keller
Hergiswil (NW)
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Se alle due e mezza del mattino strappate dal sonno il presidente del nostro partito, puntandogli una torcia elettrica sul viso e chiedendogli: «Signor Rösti, ci riassuma brevemente i principali obiettivi politici dell’UDC!», vi risponderà senza esitare:

«Non vogliamo aderire all’Unione europea – nemameno per vie traverse o mediante trucchetti del tipo accordo-quadro con ripresa “dinamica” del diritto UE.»

Poi aggiungerà:

«Noi vogliamo espellere gli stranieri criminali. Con quest’ultimi intendiamo i criminali pericolosi, gli stupratori, i vandali e i teppisti, i trafficanti di droga, eccetera, che sembrano poter ormai contare sulla benevola comprensione dei tribunali e dei ciechi difensori dei diritti dell’uomo.»

Infine, concluderà:

«Nous vogliamo abbassare imposte, tasse e prelievi per tutti.»

E sapete una cosa? Il signor Rösti vi guarderà diritto negli occhi – alle due e mezza del mattino – e vi sentirà elencare dolcemente questi tre punti insieme a lui.

Perché conoscete bene la politica dell’UDC. Essa è e resterà quella che è, e va bene così. Oso perfino affermare che se svegliate qualsiasi membro o simpatizzante dell’UDC alle due e mezza del mattino per chiedergli «Vuoi che la Svizzera aderisca all’UE? », vi risponderà senza esitare «Certamente no!». Noi vogliamo una Svizzera libera e indipendente, le cui cittadine e cittadini possano decidere democraticamente ciò che vogliono e ciò che non vogliono – dall’iniziativa popolare per le vacche con le corna all’accordo-quadro con l’UE. Non esiste un tema che sia troppo futile o troppo importante per sfuggire alla democrazia diretta. È grazie alla partecipazione politica della popolazione svizzera che non abbiamo «gilet gialli» e tumulti nelle strade.

Un impegno affidabile per la Svizzera
L’Unione democratica di centro è la forza politica affidabile del nostro paese. Il nostro programma politico non ha una data di scadenza. Non c’è un’UDC prima e un’UDC dopo le elezioni.

Le cittadine e i cittadini possono fare affidamento sulla bussola UDC:

  • Noi ci impegniamo con tutte le forze per una Svizzera libera e sicura. Ecco perché abbiamo posto questo impegno in testa al nostro nuovo programma politico. La libertà e la sicurezza sono i punti di riferimento della nostra politica per la Svizzera.
  • Noi ci impegniamo per le cittadine e per i cittadini che si sforzano a favore della Svizzera e che si assumono delle responsabilità – per loro stessi, per le loro famiglie, nella loro professione come collaboratori o imprenditori – e che si impegnano per i loro vicini, in associazioni, per l’interesse generale.

La politica ha bisogno di basi solide. La bussola dell’UDC è volta chiaramente verso gli interessi della Svizzera, gli interessi delle Svizzere e degli Svizzeri. Noi vogliamo vegliare sul benessere della gente di qui. È naturalmente più comodo ergersi a salvatori dell’umanità, perché ciò vi garantisce gli applausi mediatici. Ma noi preferiamo perseguire una politica concreta e tangibile per le cittadine e i cittadini di questo paese.

Sfacchinare sei mesi l’anno per lo Stato?
Lo Stato deve smettere d’immischiarsi in tutto e in ogni cosa, di imporre la sua tutela a donne e uomini. Noi vogliamo una Svizzera libera, vogliamo che le cittadine e i cittadini siano il più possibile liberi. Vogliamo offrire delle condizioni-quadro ottimali alle imprese, affinché possano generare prosperità. Un’economia di mercato libera è la migliore garante dell’impiego. Questo concetto è affrontato in diversi capitoli del nostro programma politico: economia e prosperità; finanze, imposte e tasse; rafforzare la proprietà privata e la libertà.

Purtroppo, oggi viviamo in una sorta di regime di semi-libertà determinato da una camicia di forza sempre più stretta di prescrizioni, regolamenti, ordinanze e leggi. Ci viene imposta una specie di semi-schiavitù. Sei mesi l’anno sfacchiniamo solo per alimentare lo Stato che si nutre dei prelievi obbligatori che noi paghiamo. Secondo un metodo di calcolo internazionale, il «tax freedom day» si situa in Svizzera nella prima metà del mese di luglio (fonte: Avenir Suisse, 2015). Oggi siamo in gennaio. Durante i prossimi sei mesi, non lavoreremo per il nostro portamonete – questa constatazione vale anche per i giornalisti.

Quale è la causa di questa semi-detenzione? È subito trovata: le cittadine e i cittadini disposti a fare uno sforzo, devono sgobbare per coloro che non vogliono lavorare, che rifiutano di fare fatica, che si sono confortevolmente installati nel nostro sistema sociale. Senza parlare poi delle decine di migliaia di richiedenti l’asilo senza motivo valido e altri migranti economici di cui dobbiamo finanziare – fra le altre cose – l’alloggio e i premi dell’assicurazione-malattia. Questo tema è ripreso nei capitoli «Garantire le istituzioni sociali – combattere gli abusi» e «Politica d’asilo e politica concernente gli stranieri».

La nostra patria
La Svizzera ha la sua storia, una storia segnata dalle sue culture, dalle sue tradizioni, dagli uomini e donne che vi convivono pacificamente. La Svizzera è la nostra patria.

La patria è familiarità, è qualcosa che ci manca quando siamo altrove: i dialetti e gli accenti della Svizzera, l’acqua fresca del rubinetto, il pane croccante, i cervelat e anche l’«Aromat». A volte basta partire per capire che cosa significhi per noi la patria, la Svizzera.

La Svizzera vive del sistema di milizia, nel quale delle cittadine e dei cittadini s’impegnano benevolmente, invece di chiamare in continuazione lo Stato al salvataggio. La patria si fa dal basso verso l’alto: in famiglia, nel vicinato, nel quartiere, nel villaggio. Le persone che coltivano un sentimento positivo nei riguardi di chi sta a loro attorno, accettano anche di impegnarsi, di assumere delle responsabilità per la collettività. La patria si nutre di impegno personale. La volontà di assumersi delle responsabilità individuali, ecco ciò che fa la Svizzera!

I vantaggi della Svizzera non sono un dono caduto dal cielo. Ogni generazione deve mostrarsene degna vegliando al buon funzionamento del paese, impegnandosi senza riserve per il bene del paese, salvaguardando la patria per poterla trasmettere intatta alla generazione seguente.

Ma dipende anche dalla gente che arriva da noi. Come si presenta la Svizzera? L’integrazione può funzionare solo se la Svizzera si presenta sicura di sé e mostrando dei valori chiari. L’integrazione deve avere un obiettivo preciso: la Svizzera è una patria per ogni donna e ogni uomo che si riconoscono nei valori svizzeri e che li vivono.

Libertà e sicurezza
La Svizzera si è sviluppata nel corso dei secoli, manifestando costantemente la sua volontà d’indipendenza. Noi abbiamo una partecipazione democratica della popolazione che risale agli albori della Confederazione. Questa ripugnanza di fronte a qualsiasi tentativo di messa sotto tutela – dall’esterno come dall’interno – si spiega con la maniera stessa in cui la Svizzera è stata creata. Il messaggio profondo che questo principio comporta, è aperto a tutte e a tutti, indipendentemente dalla loro origine.

Ecco la forza integrativa dell’idea svizzera. L’UDC vuole essere una patria politica per tutti coloro che accettano questo messaggio.

L’UDC si batte da oltre cento anni per la libertà e la sicurezza delle Svizzere e degli Svizzeri. Anche qui si tratta del resto di un mandato-chiave del nostro Stato. Noi ci attendiamo dal nostro Stato di diritto, che vegli sulla nostra sicurezza all’interno e verso l’esterno, affinché ognuno di noi possa prosperare nella pace e nella libertà.

Noi vogliamo una Svizzera libera e sicura. Ecco la base del successo del nostro paese. Noi dobbiamo prenderci cura di questo concetto fondamentale, per poter continuare a vivere in libertà e sicurezza. L’Unione democratica di centro si impegna per questi valori e il presente programma politico le serve ad adempiere a questo mandato.

Peter Keller
Peter Keller
Hergiswil (NW)
 
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