Il mandato principale dell’agricoltura svizzera è sancito dalla Costituzione federale: rifornire la popolazione svizzera con alimenti indigeni. Tuttavia, questo approvvigionamento è in grave pericolo.
Le famiglie contadine danno un importante contributo alla nostra sicurezza alimentare, ma oggi, in caso di crisi, potremmo sfamare solo una persona su due in Svizzera. Questo è dimostrato dal cosiddetto «grado di autosufficienza» che misura in percentuale quanto del nostro fabbisogno alimentare è ancora prodotto in Svizzera. Nel 2020, il grado di autosufficienza era solo del 49% netto. Il grado di autosufficienza è diminuito di oltre il 10% negli ultimi vent’anni. Il motivo principale è la forte crescita demografica: più 1,5 milioni di abitanti dal 2002 e la conseguente cementificazione del territorio. Le aree di insediamento sono aumentate del 31% dal 1980, a scapito dei terreni agricoli. La superficie coltivabile pro capite in Svizzera è oggi solo di 470 m2. Per fare un confronto: in Austria è di 1500 m2 , in Germania di 1410 m2.
Il secondo motivo per cui in Svizzera si produce sempre meno cibo è la normativa ecologica. In seguito all’attuale politica agricola, circa il 20% dei terreni coltivati in Svizzera è oggi coltivato in modo estensivo: in altre parole, molta ecologia, ma poca produzione.
Se vogliamo evitare in futuro la totale dipendenza dall’estero per il nostro approvvigionamento alimentare, il grado di autosufficienza non deve diminuire ulteriormente, ma deve aumentare nuovamente.
Tuttavia, questo obiettivo può essere raggiunto solo se fermiamo la crescita della popolazione e riorientiamo la politica agricola svizzera all’agricoltura di produzione.