Comunicato stampa

Credit Suisse: L’UDC boccia la garanzia di 109 miliardi della Confederazione

Il Consiglio federale e la FINMA non hanno fatto il loro lavoro. Ancora una volta i contribuenti dovranno salvare una grande banca svizzera. Il gruppo parlamentare dell’UDC sostiene un chiaro “no” alla garanzia di 109 miliardi di franchi della Confederazione. Il Consiglio federale deve finalmente garantire che nessuna azienda svizzera sia “troppo grande per fallire”.

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In occasione della riunione odierna del suo gruppo parlamentare, l’UDC ha deciso di respingere la garanzia di 109 miliardi di franchi da parte dei contribuenti svizzeri nell’ambito della fusione di UBS e Credit Suisse, prevista dal diritto d’urgenza. L’UDC aveva già chiesto una soluzione al problema “too big to fail” sulla scia del salvataggio di UBS da parte del Consiglio federale, fallito in Consiglio degli Stati a causa della resistenza del PLR e del Centro. Ora il Consiglio federale deve finalmente garantire che in Svizzera non ci siano più aziende “troppo grandi per fallire”. Un’azienda deve poter fallire senza trascinare con sé la Svizzera o il mondo intero.

Come l’UDC aveva già previsto nel 2014, la regola “too big to fail” non funziona. E sebbene all’indomani del salvataggio di UBS fosse chiaro che i contribuenti non avrebbero mai più dovuto salvare una banca dal fallimento, questo caso si è ripetuto con la scomparsa del Credit Suisse.

All’indomani del salvataggio di UBS, l’allora capogruppo parlamentare dell’UDC Caspar Baader aveva ammonito con forza: “L’aumento del capitale proprio è certamente un passo nella giusta direzione. Ma non credo in questo piano di emergenza, perché i creditori nazionali ed esteri non permetterebbero certo uno scorporo delle funzioni di importanza sistemica. Se oggi una grande banca diventasse illiquida o rischiasse di fallire, la Banca Nazionale Svizzera, lo Stato e i contribuenti dovrebbero intervenire nuovamente perché le grandi banche sono ancora “troppo grandi per fallire”. In realtà, una banca dovrebbe essere abbastanza grande da poter fallire in caso di emergenza senza che lo Stato debba intervenire“. Fatalmente, il PLR e il Centro hanno impedito una soluzione al problema “too big to fail” in seno al Consiglio degli Stati nel 2014.

L’UDC chiede che il Consiglio federale garantisca finalmente che in Svizzera non ci siano più aziende “troppo grandi per fallire”. Un’azienda deve poter fallire senza che la Svizzera o addirittura il sistema finanziario globale vengano trascinati nel baratro. Per questo motivo il gruppo parlamentare dell’UDC respinge la garanzia federale di 109 miliardi di franchi.

Nella sessione straordinaria, il gruppo parlamentare dell’UDC presenterà le seguenti due mozioni:

– “Basta con le banche svizzere “troppo grandi per fallire”.

Il Consiglio federale è incaricato di presentare all’Assemblea federale una revisione della legge per garantire che nessuna banca svizzera sia più “troppo grande per fallire” (TBTF). Se ciò non fosse possibile, le banche “troppo grandi per fallire” dovranno essere obbligate a vendere o chiudere le loro unità bancarie che le rendono “troppo grandi per fallire”.

– “Società di importanza sistemica. Garantire decisioni nell’interesse della Svizzera”.

Il Consiglio federale è incaricato di adottare misure adeguate al fine di garantire che i consigli di amministrazione delle società di rilevanza sistemica prendano decisioni nell’interesse dell’economia svizzera nel suo complesso. Dovrebbe essere applicato il seguente requisito: la maggioranza dei consigli di amministrazione delle società definite di rilevanza sistemica deve avere la cittadinanza svizzera e risiedere in Svizzera.

 
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