Comunicato stampa

Il Consiglio federale si allinea sulla politica d’indebitamento dell’UE

Il Consiglio federale ha deciso oggi di aggirare parzialmente il freno all’indebitamento e di allinearsi sulla prassi degli Stati dell’UE sull’orlo del fallimento. L’UDC si oppone a qualsiasi alleggerimento dello sperimentato freno all’indebitamento. Il governo vuole spendere 850 milioni di franchi in più nel settore dell’asilo nel 2017. Se non fosse ricorso a uno stratagemma di bassa leva, che consiste nel mettere a preventivo 400 milioni di franchi a titolo di spese straordinarie per eludere il freno all’indebitamento, il deficit del budget 2017 sarebbe di circa 600 milioni di franchi. Tenuto conto delle gravi incertezze economiche che incombono sul mondo in generale e sull’Europa in particolare, delle manovre di questo genere intraprese da un governo che si presume di destra sono più che inquietanti.

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Il freno all’indebitamento è un’eccellente ricetta molto elvetica. È grazie a questo sistema che l’onere degli interessi ha potuto essere ridotto e che il margine di manovra nel preventivo federale è costantemente aumentato. Senza una vera necessità e in totale contraddizione con il rapporto del governo di novembre 2013 sul freno all’indebitamento, la maggioranza presunta di destra del Consiglio federale decide improvvisamente di rallentare il rimborso del debito, dunque di indebolire la resistenza della Svizzera di fronte a delle crisi economiche e finanziarie. Tenuto conto dell’enorme sfida finanziaria rappresentata dalla previdenza-vecchiaia e degli oneri già oggi molto pesanti che gravano sui giovani attivi, questa politica è irresponsabile. L’UDC le si oppone categoricamente.

Nel quadro del budget 2017 della Confederazione, il Consiglio federale propone al Parlamento di contabilizzare nelle spese straordinarie 400 degli 850 milioni supplementari per il settore dell’asilo. Lo scopo è di celare nel preventivo una realtà che il Consiglio federale si ostina a negare: la politica d’asilo e i suoi costi sfuggono totalmente al controllo dello Stato. Il Consiglio federale potrebbe perciò invocare l’art. 55 della legge sull’asilo e, constatando una situazione eccezionale, abolire il diritto d’asilo a tutte le persone provenienti da paesi sicuri o di non più accettare che dei richiedenti provenienti da regioni in guerra come la Siria. Ma il governo si rifiuta di farlo. È perciò ancora più necessario esporre apertamente nel preventivo le spese supplementari enormi che questa errata politica provoca e sottometterle così al freno all’indebitamento.

È pure incomprensibile perché il Consiglio federale voglia presentare le proposte volte ad aumentare il margine di manovra in un budget disseminato di spese fortemente vincolate, solo dopo l’adozione del nuovo programma di stabilizzazione 2018-2020. L’UDC chiede che queste proposte siano annunciate immediatamente e che dei tagli supplementari siano previsti nei settori che hanno registrato una forte crescita delle spese negli ultimi anni, come la sicurezza sociale, la formazione e la ricerca, come pure le relazioni con l’estero. 

 
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