Comunicato stampa

La direzione del partito si oppone all’iniziativa “Per l’abbandono dal nucleare”

Gli organi del partito UDC Svizzera si sono riuniti a Balsthal (SO). Dopo aver incontrato il "Passwang-Club" e gli imprenditori locali, la direzione del partito ha discusso il tema dell’immigrazione di massa e della sua conseguenza, le naturalizzazioni di massa. Questi due sviluppi devono essere assolutamente frenati. Il comitato del partito ha poi adottato, all’indirizzo dell’assemblea dei delegati svoltasi all’indomani, le raccomandazioni di voto concernenti i temi delle prossime votazioni federali. All’unanimità, il comitato ha chiesto il rigetto dell’iniziativa per l’abbandono del nucleare lanciata dal Partito dei Verdi. Per contro, ha dato il suo sostegno unanime alla 3a riforma dell’imposizione delle imprese, che sarà sottoposta al sovrano in febbraio del 2017. Il principale obiettivo di questo progetto è quello di garantire le entrate fiscali e l’impiego in Svizzera.

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La direzione del partito ha discusso dell’inquietante evoluzione delle naturalizzazioni di massa in Svizzera. 42’699 stranieri sono stati naturalizzati nel 2015, ossia il 24% in più dell’anno precedente. Fino alla fine degli anni novanta, si contavano in media circa 6’000 naturalizzazioni l’anno. Ma negli ultimi 10 anni, più di 400’000 straniere e stranieri hanno ricevuto il passaporto svizzero. Non bisogna dimenticare che la quota di stranieri residenti in Svizzera supera oggi il 25% (2’079’497). Stiamo marciando a grandi passi verso una popolazione composta da un terzo di stranieri e due terzi di Svizzeri, come è il caso ormai già da tempo nei cantoni di Ginevra, Basilea-Città e Vaud. La sinistra politica incoraggia fortemente le naturalizzazioni e cerca di ottenere, tramite iniziative popolari, il diritto di voto per gli stranieri a livello locale. Questi partiti svendono l’accoglienza nel nostro paese al solo scopo di crearsi un nuovo elettorato. Se non fermiamo questo andamento, i costi sociali esploderanno; l’identità nazionale si sgretolerà; la coabitazione religiosa e culturale sarà vieppiù compromessa e il livello dell’istruzione pubblica si abbasserà ulteriormente. Ma non è tutto: questa evoluzione minaccia anche l’istituzione unica al mondo della democrazia diretta, come pure i concetti essenziali della responsabilità individuale e del federalismo.

Il comitato del partito ha raccomandato all’unanimità ai delegati di respingere l’iniziativa per l’abbandono del nucleare. La domanda posta alle cittadine e ai cittadini è molto semplice: volete chiudere in modo precipitoso le centrali nucleari svizzere? Perché votare sì a questa iniziativa significa accettare che le centrali Beznau I e II e Mühleberg siano tolte alla rete già nel 2017. La centrale di Gösgen sarà chiusa nel 2014, quella di Leibstadt nel 2029. Risultato: caos, insicurezza, crescente dipendenza dall’estero e costi supplementari di miliardi, perché il 40% dell’elettricità prodotta in Svizzera proviene da centrali nucleari. Questo progetto ipocrita della sinistra e dei Verdi ha, quale effetto principale, che la Svizzera importerà elettricità dalle centrali atomiche francesi e dalle centrali a carbone tedesche. Non c’è quindi che una risposta da dare all’iniziativa contro il nucleare; NO.

Pure all’unanimità, il comitato ha deciso di sostenere la 3a riforma dell’imposizione delle imprese. Questo progetto è essenziale per il futuro della Svizzera. L’attuale sistema d’imposizione delle imprese in Svizzera non è più accettato dall’OSCE, per cui deve subire una riforma in profondità. In mancanza di questa, le imprese internazionali rischiano di essere tassate una seconda volta all’estero. Se delocalizzassero all’estero per sfuggire a questo rischio, la Svizzera perderebbe delle entrate fiscali andanti fino a 10 miliardi di franchi. Il comitato sostiene questa riforma proprio per salvaguardare queste entrate fiscali, come pure dei posti di lavoro.

Alla fine delle sedute, gli organi del partito hanno incontrato la popolazione locale nell’ambito della tradizionale manifestazione “L’UDC fra la gente”.

 
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