Giornale del partito UDC-Parlar chiaro aprile 2022

Consumo televisivo regolato dallo Stato? NO Grazie!

Con la nuova legge sul cinema, lo Stato vuole di nuovo metterci sotto tutela. La cosiddetta “Lex Netflix” ci impone una scandalosa tassa speciale e detta ai consumatori cosa devono guardare inserendo una quota obbligatoria di contenuti europei. Una disgrazia legislativa!

del David Trachsel, presidente GUDC, Basel (BS)

Tassa speciale per i privati – il consumatore paga il conto
La nuova legge sul cinema impone alle emittenti private svizzere, come 3+ o Blue TV di Swisscom, e ai fornitori di servizi di streaming come Netflix, Disney+ o Amazon Prime, di contribuire al finanziamento del cinema svizzero con il quattro per cento del loro fatturato lordo. È chiaro che questa ingiusta tassa speciale sarà alla fine scaricata sui consumatori. Questo significa che saremo tutti puniti con abbonamenti streaming più elevati e blocchi pubblicitari televisivi significativamente più lunghi. L’unica eccezione è la SSR, che è finanziata dal canone obbligatorio. La sua supremazia sarà ulteriormente rafforzata dall’indebolimento della concorrenza privata.

Quota Europa del 30 per cento: un’assurda invasione nella libertà economica
I fornitori di servizi di streaming saranno ora costretti a riempire il 30% della loro offerta con film e serie provenienti dall’Europa. Questa assurda quota di film, nata a Bruxelles, prescrive il consumo privato televisivo per noi cittadini. La nuova legge sul cinema crea un fatale precedente ed è una grave violazione nella libertà economica! Per promuovere gli scrittori svizzeri, il prossimo passo potrebbe essere quello di imporre una tale “quota europea” anche alle librerie. O ancora più assurdo, tutti i ristoranti dovrebbero essere obbligati a offrire il 30% di pietanze europee nei loro menu. Noi non siamo d’accordo. Ogni cittadino svizzero dovrebbe esser libero di poter decidere da solo cosa vuole consumare. Allo stesso modo, le aziende private dovrebbero decidere da sole cosa vogliono offrire.

Lobby del cinema già privilegiata oggi
I registi svizzeri sono già sovvenzionati dallo Stato con cospicui fondi. Solo nel 2019, sono stati elargiti oltre 120 milioni di franchi svizzeri. Sfortunatamente, questo denaro viene utilizzato per realizzare ogni tipo di progetto cinematografico, anche di scarso interesse per il pubblico. E i film che vengono difesi come un contributo alla “promozione della cultura” sono in realtà spesso solo delle macchinazioni di sinistra. Ciò che vale ovunque nell’economia, dovrebbe valere anche per il cinema: è la qualità che deve prevalere. Ma la lobby del cinema svizzero si affida invece allo “Stato-balia”, che dovrebbe garantire la loro esistenza con quote e coercizioni a spese altrui. Dobbiamo combattere tutto ciò, perché non è accettabile che i parlamentari tassino il consumo dei giovani e usino questi soldi per servire la loro clientela.

I Giovani UDC, insieme ad altri partiti giovanili, hanno lanciato un referendum contro la riforma della legge sul cinema. Vi chiediamo quindi di votare NO a questa legge sul cinema il 15 maggio.

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